Il rinoceronte nero dell’Africa occidentale è ufficialmente estinto, a riportare la notizia è stata la CNN. Secondo l’Unione Internazionale per la Conservazione della natura, che annualmente compila la lista rossa delle specie più minacciate, il rinoceronte africano è stato avvistato l’ultima volta nel 2006 ma solo oggi è stato dichiarato ufficialmente estinto: il bracconaggio dei rinoceronti è salito quasi del 50% tra il 2011 e il 2012 con quasi 2.400 capi cacciati dal 2006. Le stime sono state rilasciate dalla IUCN, la più grande rete di “conservazione delle specie” al mondo.
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Il mercato nero del corno di rinoceronte è finanziato dalla criminalità organizzata, inoltre, l’IUCN ha lanciato l’allarme che riguarda il rinoceronte bianco dell’Africa settentrionale e il rinoceronte dell’Asia. Sembra che queste due specie stiano seguendo le orme del rinoceronte nero e potrebbero estinguersi tra non molto se non si applicano immediatamente misure preventive.
Il rinoceronte bianco dell’Africa meridionale è stato dichiarato a rischio estinzione alla fine del 19° secolo ma attività come la salvaguardia ambientale e il mantenimento dei loro habitat naturali, ha contribuito a far rivivere una specie in diminuzione. Le medesime precauzioni non sono state condotte con il rinoceronte nero e in più altre due specie rischiano di fare la stessa fine. E’ necessario che siano presi dei severi provvedimenti e che anche il governo faccia la sua parte.
Di recente è stato siglato un protocollo d’intesa tra il Sudafrica e il Vietnam per affrontare il problema legato all’epidemia del bracconaggio di rinoceronti ma a sentire l’IUCN tali accordi non bastano e ci vogliono azioni più concrete.
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Anche Google, il colosso del web, è intenzionato a combattere il bracconaggio:
L’interesse di Google all’ambiente non si limita alle rinnovabili. Google scende in campo e affianca il WWF nelle operazioni anti-bracconaggio. Con l’avanzare delle tecnologie, ibracconieri hanno avuto vita facile: fucili super potenti, elicotteri, visori notturni e tante altre strategie che consentono di catturare e uccidere prede in via di estinzione come elefanti e rinoceronti. Per fortuna i “buoni” possono contare su un nuovo alleato, Google e la tecnologia dei “cattivi” potrà essere messa ai ferri corti.
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Google ha investito 5 milioni di dollari per la diffusione di tecnologia di sorveglianza anti-bracconaggio, così il WWF potrà contare su droni di sorveglianza aerea e sistemi RFID (identificazione a frequenza radio) per monitorare le posizioni degli animali servatici e altri strumenti hitech degni del colosso del web. Speriamo che questo possa bastare per frenare il tracollo delle specie di Rinoceronti.
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Fonte | YaHoo News, 27 giugno 2013
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