La maggior parte di questi aveva patologie e ferite riconducibili al terribile modo in cui venivano tenuti. Sul pavimento oltre al fango e agli escrementi c’erano diverse carcasse di cuccioli in via di putrefazione. I poveri animali erano fortemente denutriti e alcuni presentavano segni di morsi, probabilmente causati da altri cani in preda alla fame e alla frustrazione. Uno scenario da film horror a cui per fortuna la Polizia e i volontari dell’Enpa hanno messo fine
Dopo aver effettuato una prima perlustrazione, le persone che hanno scoperto il capannone lager hanno lanciato l’allarme alle autorità e hanno attivato il programma nazionale Rete solidale di Enpa. Grazie alle altre sezioni dell’associazione hanno provato a organizzare un sistema per aiutare quanti più cani possibili nonostante le loro terribili condizioni di salute.
In totale sono stati salvati 140 cani, di cui 60 cuccioli, molti dei quali hanno già trovato una nuova famiglia. Tra questi, 80 (di cui 25 femmine) erano stati sottoposti a sterilizzazione. Alcuni dei cani salvati sono stati inseriti in programmi di educazione cinofila, mentre altri sono stati ospitati all’interno dei rifugi della Regione in attesa di una sistemazione.
Paola Tintori, tesoriera nazionale Enpa e responsabile di rete solidale dell’associazione, ha spiegato che la prima operazione che è stata fatta dai volontari è stata quella di portare via le madri con i cuccioli e le femmine incinte. In totale 60 cuccioli sono stati sottoposti a cure specifiche e preparati per l’adozione: “Oggi hanno trovato quasi tutti una nuova casa. Un risultato incredibile.” ha spiegato con una certa soddisfazione Tintori.
“Fondamentale anche la disponibilità del sindaco di Cerami, Silvestro Chiovetta, che ringraziamo di cuore. La nostra ambulanza veterinaria è andata direttamente a Cerami con il dottor Meir Levy, veterinario Enpa, per valutare la salute dei cani e intervenire tempestivamente”.
L’animal hoarding, conosciuta anche come Sindrome di Noè, consiste nella raccolta compulsiva di un gran numero di animali, senza talvolta rendersi conto di non essere in grado di garantire loro nutrizione, igiene e sicurezza. Non sempre è facile individuare situazioni del genere considerando che le persone che ne soffrono tendono ad isolarsi o a passare lunghi periodi di reclusione. Secondo le rilevazioni fatte nel corso degli anni, si stima che circa il 76% degli animal hoarder siano donne. I ricercatori hanno inoltre scoperto che il disturbo generalmente inizia a manifestarsi nella tarda età adulta. Solitamente un accumulatore di animali prende di mira soprattutto i cani, ma spesso finiscono per prendere anche gatti, uccelli, cavalli e altri animali. In media riescono ad accumulare circa una 40ina di animali, ma non sono mancati casi in cui questo numero è lievitato fino a superare i cento, come nel caso dell’animal hoarder di Enna.