De Vincenti: “Spetta al ministero snellire le procedure per i grossi impianti che saranno sottoposti direttamente ad autorizzazione ministeriale”
Snellire le procedure e ridurre i tempi di autorizzazione per non perdere il treno. Questa la richiesta che è emersa dal convegno “Solare termodinamico, una ricchezza per il Paese: quali gli ostacoli?”, tenutosi nei giorni passati a Solarexpo. Appuntamento del settore per definire prospettive sfide future, l’incontro ha dipinto un quadro preciso per il comparto: il solare termodinamico è una delle voci del made in Italy in grado di creare nel nostro Paese una filiera ad alto valore aggiunto, occupazione e ricchezza per il territorio.
C’è la tecnologia, c’è il know-how e ci sono soprattutto le opportunità di investimento (all’estero); quello che manca oggi all’industria italiana sono invece procedure e tempi di autorizzazione certi che permettano di realizzare impianti operativi sul nostro territorio. Gli imprenditori del solare termodinamico si trovano ancora oggi, infatti, a dover affrontare iter burocratici tortuosi e spesso anni di attesa per ricevere un’autorizzazione. Basti pensare, solo per citare un esempio, che in Basilicata, come ci spiega Giovanni Fragrasso, Amministratore delegato di Tecknosolar, l’iter autorizzativo per incominciare i lavori di costruzione di un impianto deve passare attraverso le mani di 105 persone tra tecnici, dirigenti e assessori. “Il solare termodinamico è una delle tecnologie più promettenti e una di quelle su cui noi, come sistema paese siamo in grado di avere un livello di competitività importante. – ha detto il viceministro allo Sviluppo Economico De Vincenti -. Oggi ci sono enormi potenzialità all’estero e per poterle cogliere deve essere risolto il tema delle autorizzazioni. Ora spetta al ministero snellire le procedure per i grossi impianti che saranno sottoposti direttamente ad autorizzazione ministeriale”.