Cemento, rifiuti, enormi ammassi di plastica, pesca illegale, scarichi fognari che non vengono depurati. E in testa alla classifica delle regioni meno rispettose in questo senso troviamo la Campania, seguita poi dalla Sicilia, dalla Puglia e dalla Calabria. Sono queste le regioni che compiono più irregolarità a danno dell’ambiente e della salvaguardia delle acque del mare.
È quello che si evince nel dossier diffuso da Legambiente sulla situazione nel Mar Mediterraneo.
Le illegalità più diffuse riguardano soprattutto la pesca di frodo, l’abusivismo edilizio e la mancata depurazione delle acque di scarico.
Crimini ai danni del Mare Mediterraneo. La plastica e il petrolio
Molto preoccupanti sono i dati che riguardano il Mediterraneo, a causa del petrolio e della plastica. A mettere in evidenza la situazione allarmante è stato il “Census of Marine Life“, un censimento che nel corso di dieci anni ha coinvolto 25 aree marine di tutto il mondo. La questione tocca da vicino la biodiversità di cui il Mare Mediterraneo è portatore.
Infatti gli agenti inquinanti a cui esso è soggetto stanno mettendo a dura prova le forme di vita che nel mare trovano il loro habitat naturale.
Tuttavia le stime relative ai rifiuti in plastica nei mari potrebbero essere falsate. E la causa principale di questi numeri non corrispondenti è il vento. A dirlo è uno studio effettuato in America, che mette in luce l’esistenza di un fenomeno che forse non andrebbe sottovalutato.
Secondo i ricercatori della University of Washington, il vento tende a spingere i rifiuti di plastica sul fondo degli oceani. Questo naturalmente indicherebbe una maggiore presenza di questa tipologia di rifiuti nel fondo marino, a discapito dei numeri emersi attualmente sui rifiuti di plastica in mare.
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Altro fattore che non bisogna trascurare a questo proposito è il fatto che proprio sulle coste del Mare Mediterraneo è possibile rintracciare il 27% di tutte le attività mondiali connesse con il processo di raffinazione del petrolio.
Anche l’impatto ambientale causato dall’abbandono dei rifiuti industriali mette in serio rischio il Mediterraneo, che non si può definire di certo un’area a impatto zero. Fosforo, azoto e metalli pesanti sono alcuni dei principali imputati, oltre alle sostanze chimiche che vengono utilizzate nel settore agricolo. Una situazione pericolosa, sulla quale si dovrebbe intervenire.
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