Naturalmente non si può generalizzare, ma purtroppo i primi servizi ad essere tagliati in tempi di crisi sono proprio quelli destinati ai nostri piccoli amici a quattro zampe; e non si sa come, ma per gli animali i tempi di crisi non finiscono mai!
I fondi sono sempre piĂą limitati, quindi la manutenzione viene trascurata e le scorte alimentari vengono ridotte sempre piĂą al minimo a discapito degli inquilini che abitano le gabbie in quel momento.
E’ triste dirlo, ma in alcuni paesi non esisterebbero canili o gatti li se gruppi di volontari, veterinari e privati non si preoccupassero di gestire zone dedicate agli animali domestici abbandonati o randagi. Queste aree, spesso, sono terre private sulle quali vengono costruite strutture (talvolta abusive) messe a disposizione di animali sfortunati, pur di aiutarli e toglierli da un destino ancora piĂą brutale e tragico.
I canili sono soggetti a moltissime spese fisse come il cibo per gli animali, la luce che è necessaria per le cure mediche, l’acqua ed il gas necessari per l’alimentazione, le pulizie delle gabbie che sono necessarie per evitare l’insorgere di malattie, la cura delle aree verdi, le spese mediche, i salari degli operatori che lavorano all’interno, le spese dei mezzi di trasporto, ecc.. ecc… ecc…
Gli animali sono di diverse taglie, ma un cane di 60 kg mangia tanto quanto un’uomo di media statura, moltiplicate tutto ciò per mille, cento mila, un milione, dieci milioni di randagi in Europa, in America, in Asia, in Africa…la situazione in poco tempo degenera in un buco nero di spese folli e di animali sofferenti.