La “stretta di mano” può rivelarci tanto di noi e dell’altro

stretta di mano

Stringere la mano é probabilmente il più conosciuto modo al mondo per fare conoscenza di qualcuno. Quest’apertura delle “danze” risulta particolarmente incisiva in un colloquio d’assunzione.

Lo dimostra un recente studio degli psicologi Greg Stewart, Susan Dustin, Murray Barrick e Todd Darnold: nella loro ricerca hanno coinvolto 98 studenti che sono stati istruiti a simulare un colloquio di lavoro.

“Ci siamo resi conto“, commenta Stewart, il coordinatore di questo team, “che gli intervistatori si erano fatti un’idea del candidato nei primi due o tre minuti del colloquio, “indipendentemente dalla durata complessiva dell’incontro; inoltre, abbiamo constatato che la prima impressione parte con l’effetto della stretta di mano, che da l’impronta a tutto il proseguio dell’intervista“.

“Spesso“, continua Stewart, “chi cerca lavoro pensa a cosa dire, come comportarsi, come vestirsi, ma pochi fanno attenzione al modo di stringere la mano, che é qualcosa di più personale e sottile e può comunicare quello che l’abito o l’apparenza non sono in grado di trasmettere“.

L’uomo avrebbe “ideato” l’atto di offrire la mano, sì, per mostrare cordialità, ma anche perché, allungando e tendendo il braccio, avrebbe modo di tenere a “ragionevole” distanza il conoscente. Questo impulso è maggiormente sentito dal sesso maschile che è particolarmente suscettibile ad un avvicinamento; così, tendere la mano potrebbe essere inteso anche come un segnale dal significato di “arrestati lì e non invadere oltre il mio spazio”.

Si tratta di un comportamento che salta all’occhio solo se è eseguito in modo insolito: la stretta è molle o troppo forte, vengono offerte le sole dita, ci viene ruotato il polso nel momento in cui la offriamo e così via, ma in questo gesto di saluto intervengono moltissime altre variazioni, anche minime, che possono dirci molto sul nostro interlocutore e sul tipo di relazione che predilige.

Non sottovalutiamo mai il potere di una semplice stretta di mano.

Ecco alcuni tipi di stretta di mano

Rotazione del polso: Cchi torce il polso dell’altro, così da fargli girare il palmo verso l’alto o chi mette una mano sulla spalla dell’interlocutore nel dargli la mano, esprime il desiderio di porre l’altro in un ruolo di sudditanza.

Stretta di mano FRAGILE: tutte le strette di mano fragili, poco consistenti, deboli, che non si giocano (mano morta) denunciano uno stato interiore di disagio. Se io accetto una stretta di mano mal data, comunico che sto accettando anche il suo disagio interiore.

Stretta di mano a PINZA: Succede quando la mano viene stretta in maniera velocissima e così non si prende tutta la mano, ma solo le dita. E’ troppo veloce. Generalmente abbiamo di fronte una persona ansiosa.

Stretta di mano CLERICALE: La persona che invece offre la mano molle o solo la punta della dita non gradisce il contatto con gli altri e si tratta di un individuo altezzoso o schivo e comunque quasi sempre falso e opportunista.
 Abbiamo davanti una persona ambigua, un po’ viscida, di cui è difficile fidarsi.

Stretta di mano DOMINANTE: generalmente con una pressione starata, spesso troppo forte. Molto spesso anche l’altra mano viene appoggiata sull’avanbraccio, in una doppia stretta. Siamo Agganciati! Non possiamo sfuggire, comunichiamo “sei mio, non puoi sfuggirmi”. Se poi la stretta ci fa anche male perchè troppo forte, è proprio il peggio del peggio.

La mano ha una peculiarità: quando suda, questo avviene, non a causa di un aumento della temperatura esterna, ma esclusivamente in conseguenza di uno stress emotivo. 
Così il fatto che il palmo sia più o meno “bagnato” è legato alla capacità di gestione dell’ansia e all’essere più o meno a proprio agio e disinvolti nei rapporti umani.

Consigli pratici

Non compiere azioni meccaniche: fermiamoci un attimo e rendiamoci conto che stiamo per stringere la mano a qualcuno. Stiamo nel presente, nel qui ed ora.
Adeguarsi alla pressione: Se il nostro interlocutore ha una bella stretta, adeguiamoci ad essa. Ovviamente non deve essere una gara a chi stringe più forte. La stretta di mano si deve sentire, ma non deve fare male!
I pollici: Il segreto sono i pollici. Si devono intersecare, quasi abbracciare. E’ una sensazione piacevole e rilassante. Quindi teniamo su il pollice e abbracciamo con garbo quello del nostro interlocutore al momento della stretta di mano.
Piena ma non invadente: Attenzione alla distanza sociale! Rispettiamo la distanza di almeno 60 cm dal nostro interlocutore, per non invadere il suo spazio sociale. (se indietreggia è un chiaro segnale che abbiamo già sbagliato)
Conclusione

Gli studiosi hanno quindi osservato che una stretta energica e calorosa è tipica degli individui estroversi e di chi è molto espressivo; nelle donne, inoltre, è associata anche ad apertura mentale e a curiosità per le novità. Al contrario, chi è timido o ha un temperamento ansioso e instabile da la mano in modo esitante, maldestro e la sua stretta, come già emerso nelle indagini citate in precedenza, risulta piuttosto moscia. 
Infine, si è constato che questa forma di saluto incide molto sulla prima impressione che ci si fa dell’altro; per cui dare una salda stretta di mano può predisporre favorevolmente l’interlocutore verso di noi, specie se a farlo è una donna cui viene attribuito un carattere aperto, socievole e gioviale.

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