Cocomero e anguria sono due termini che si utilizzano spesso in estate per indicare dei frutti tipici di questa stagione. Di solito queste due parole si usano senza dare importanza al fatto che indichino un frutto differente. A volte però capita di domandarsi se ci sia una reale differenza oppure se entrambi indicano il medesimo frutto. Scopriamo quindi in quali occasioni si utilizzano questi due termini e impariamo a conoscere le differenze che esistono realmente.
La differenza tra cocomero e anguria
In molti si domandano se esiste una differenza tra cocomero e anguria. Questa differenza in effetti esiste, ma è molto meno rilevante di quanto si può immaginare. Infatti i due termini indicano lo stesso frutto e la differenza riguarda solamente l’aspetto linguistico.
Il termine cocomero e il termine anguria si utilizzano quindi per lo stesso identico frutto. Pare però che l’impiego di uno o dell’altro nome sia legato alla zona in cui ci si trova. Nel Nord Italia e in Sardegna si parla di solito di anguria, nel Sud Italia e nel Centro Italia invece si parla di cocomero.
La denominazione dello stesso frutto quindi varia a seconda della zona geografica in cui lo si nomina. Il termine cocomero deriva dal latino cucumis ossia cetriolo. La parola anguria invece deriva dal greco tardo ἀγγούριον (angoúrion), ovvero cetriolo selvatico. Quest’ultimo termine è entrato nella lingua italiana ai tempi dei bizantini.
In realtà questo frutto viene chiamato anche in altri modi ancora differenti. In alcune zone della Lombardia e del Piemonte lo si chiama cetriolo. Nel Sud Italia alcuni lo conoscono come melone d’acqua, nome che deriva dal francese melon d’eau e dal latino. In Sardegna in passato si chiamava síndria, termine che deriva dal catalano. Il tipo cetrone abruzzese ha un nome che derive da citrium, nome latino che indica sempre il cetriolo. Infine, il tipo pateca, molto diffuso in Liguria, deriva dalla lingua francese.
Cocomero e anguria: ci sono differenze caloriche?
Come abbiamo detto, utilizzare il termine anguria oppure il termine cocomero è perfettamente uguale. Entrambe la parole infatti indicano indistintamente lo stesso identico frutto estivo. Di conseguenza non esistono delle differenze caloriche tra i due prodotti in questione dal momento che si tratta alla fine dello stesso. In entrambi i casi infatti si parla di un frutto estivo molto apprezzato per via della grande quantità d’acqua che contiene. Esso aiuta a resistere bene alle calde giornate estive e quindi migliora la salute di chi lo consuma.
Questo frutto delizioso è composto per il 95% di acqua combinata con licopene che lo rende così rosso. La sua dolcezza deriva dal fatto che per l’8% è composto da fruttosio, ossia lo zucchero della frutta. Si tratta di un alimento poco calorico, infatti una porzione da 100 g apporta solamente 16 calorie proprio per via della grande quantità di acqua. Leggi anche: Quale frutta mangiare d’estate: ecco l’elenco