Gli italiani si sono espressi tramite il recente referendum su diverse questioni tra cui la volontà o meno di attivare centrali nucleari nel Bel Paese; è prevalsa la sostanziale indicazione a non volere l’energia del nucleare. Questo pone ora una serie di altri problemi ovviamente, che mirano ad individuare forme di energia alternativa, magari naturale e pulita. A proporre un’alternativa è la Coldiretti nel convegno tenutosi nei giorni scorsi dal tema: “Per una filiera agricola italiana e rinnovabile”. Dalle campagne sarebbe possibile, a detta dell’associazione, trarre energia pari a quella di 3 centrali nucleari, nel giro di circa 10 anni.
“In questo nuovo scenario – ha dichiarato la Coldiretti – l’agricoltura gioca un ruolo decisivo poiché si propone di contribuire al bilancio energetico nazionale con una produzione di energia verde effettivamente sostenibile per l’ambiente ed integrata col territorio, privilegiando l’efficienza energetica anche grazie alla possibilità, tipica degli impianti agricoli di piccole dimensioni, di impiegare l’energia termica prodotta evitando gli sprechi e valorizzando i residui delle attività agricole, forestali e zootecniche“.
Tutto questo comporta il diretto coinvolgimento delle aziende agricole più o meno grandi, senza il minimo pericolo che vengano causati danni al territorio. I dati proposti dal convegno Coldiretti vengono avvalorati e incrementati dalla Confagricoltura, che cita il rapporto sulle bioenergie in Italia realizzato con Nomisma e spiega come nel migliore dei casi sarebbe possibile sfruttare la metà delle potenzialità rinnovabili nell’agricoltura, nel peggiore dei casi solo un quinto. Se anche però si sfruttasse il minimo ci sarebbe una copertura dell’1,2 % dei consumi nazionali di energia. Tutto questo naturalmente calcolato nel tempo di circa 10 anni, ovvero per l’anno 2020.
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