La tragedia nucleare che ha colpito Fukushima Daiichi qualche mese fa non accenna a finire. Le conseguenze di una catastrofe di tale portata si riversano ancora una volta nel cibo contaminato che nonostante i severi controlli finisce sul mercato e sulle tavole dei cittadini giapponesi.
Dopo alimenti di prima necessità quali il latte, il pesce e l’acqua, è stato rilevato che anche la carne è radioattiva. La seconda catena di supermercati del Giappone, la Aeon Co, ha infatti ammesso di aver venduto ben 319 kili di carne di manzo contaminata a Tokyo, tra supermercati e piccoli negozietti. Questo è avvenuto nel periodo immediatamente successivo alla tragedia dello Tsunami dell’11 marzo, quando insomma sono fuoriuscite le radiazioni tra il 27 aprile e il 20 giugno.
Il ministro per la sicurezza alimentare dei consumatori, Goshi Hosono, ha detto: “Dobbiamo garantire la sicurezza alimentare. Il risultato più probabile è che verrà vietata la spedizione di manzo”. Ed è infatti questa la soluzione proposta, il divieto di vendita di carni che provengono dalle zone contaminate di Fukushima. Dal canto loro i cittadini si domandano come mai questa decisione venga presa soltanto adesso. Infatti secondo la prefettura di Fukushima ben 7 aziende agricole in 6 municipalità hanno alimentato il bestiame con foraggio tenuto all’aria aperta ed esposto alle radiazioni. Nel foraggio è stato rinvenuto cesio radioattivo in quantità 520 volte superiori alla norma.
Gli animali da macello che hanno mangiato questo foraggio sono a loro volta contaminati, rilevando la presenza dello stesso cesio radioattivo nella loro carne in quantità 15 volte superiori agli standard. Le carni sono state vendute in diverse zone del Giappone e non solo nel distretto di Fukushima e neli luoghi limitrofi, quindi il fenomeno da controllare ed arginare è di ben ampia portata. Le autorità si stanno attivando con indagini e controlli serrati, anche se gran parte del danno è ormai fatto.
di Brigida Ambrosio
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