Pesa 6,5 tonnellate ed è stato lanciato 20 anni fa per lo studio dell’Atmosfera. A breve il satellite lascerà l’orbita per tornare sulla Terra e purtroppo lo farà precipitando.
Il tempo che ci separa dall’impatto potrebbe essere di qualche settimana, ma alcune stime prevedono lo schianto del satellite sulla Terra già per venerdì 23 settembre e come accade in questi casi, si grida l’allarme: si teme che alcuni frammenti del satellite possano arrivare in superficie provocando seri danni.
Il Satellite per lo studio dell’atmosfera è siglato UARS, è stato portato in orbita nel settembre del 1991 con lo shuttle Discovery. E’ lungo 12 metri e largo quasi 5. Pesa quasi 7 tonnellate. Sono proprio le sue caratteristiche fisiche a generare allarmismi.
Trattandosi di un satellite così massiccio, esperti in materia suppongono che alcune parti potrebbero non disintegrarsi completamente nella vampata di attrito generata con l’atmosfera. Le partizioni che riuscirebbero a superare l’impatto con l’atmosfera sono destinate a schiantarsi sulla superficie terrestre.
La NASA sta monitornado il satellite e potrebbe gestire la caduta quando l’UARS si troverà a sorvolare l’Oceano Pacifico. Gli esperti NASA rassicurano il pubblico affermando che l’UARS non è di certo il primo satellite a schiantarsi contro la Terra e nessun satellite prima ha mai causato danni. E’ bene ricordare che nel gennaio del 1978, in zone fortunatamente disabitate del Canada, caddero dei frammenti del satellite militare sovietico Cosmos 954.
La fortuna della caduta di Cosmos 954 fu proprio quella di finire in una zona disabitata: dopo l’impatto furono recuperati dei pezzi di grosse dimensioni e per di più, i frammenti finiti in Canada erano ricchi di radioattività. Ufficialmente, l’UARS (Upper Atmosphere Research Satellite), è solo un satellite didattico, quindi, stando ai comunicati ufficiali, non ha reattori atomici a bordo.
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