Il caso Monsanto ha sollevato numerosi dubbi circa la diffusione degli OGM in Italia. Gli OGM, organismi geneticamente modificati, sono utilizzati in agricoltura da ormai 15 anni. E’ dalla loro introduzione che gli OGM hanno sollevato un’infinità di polemiche, alcune fondate e altre no. Oggi faremo un po’ di chiarezza sul tema degli OGM, che cosa sono, quali sono i rischi legati all’utilizzo e come sono diffusi in Italia.
Che cosa sono gli OGM?
Gli OGM, organismi geneticamente modificati, sono dei vegetali il cui materiale genetico è stato manipolato in modo diverso da quanto sarebbe avvenuto in natura. Ogni essere vivente, animale o vegetale che sia, ha il suo patrimonio genetico e mediante l’ingegneria genetica è possibile modificare alcuni geni responsabili dei caratteri fondamentali dell’organismo vegetale. Se questo concetto vi risulta difficile da comprendere, possiamo fare l’esempio del mais OGM (che, tra l’altro, arriva anche sulle tavole italiane!). Il nemico naturale del mais è la piralide, un insetto le cui larve danneggiano la pianta di mais.
Il nemico naturale delle larve di piralide sono dei batteri che vivono nel sottosuolo, i Bacillus thuringiensis. I ricercatori hanno isolato i geni del Bacillus thuringiensis capaci di produrre la proteina che distrugge la larva di Piralide e hanno “trasferito” tali geni nel patrimonio genetico del mais. Così il mais è divenuto un alimento transgenico, “trans” perché nel patrimonio genetico del mais prodotto in laboratorio vengono introdotti dei geni “alieni”, derivati da una specie del tutto differente a quella del mais!
Così si sono diffusi OGM resistenti agli erbicidi (così da utilizzare erbicidi ad ampio spettro capaci di uccidere le erbe infestanti e non le piante della coltivazione perché avevano inglobato geni capaci di resistere agli erbicidi!), OGM resistenti a virus, OGM resistenti agli insetti e OGM con un contenuto nutrizionale modificato (più ricchi in vitamine, sali minerali…).
Fatto chiarezza su che cos’è un OGM, passiamo a sfatare un falso mito: gli ogm non sono sterili. Qualunque seme ricavato da coltivazione geneticamente modificata potrebbe dare vita a un’altra pianta, insomma, potrebbe essere riseminato! In questo ambito vi sono problemi di brevetti (economici), inoltre i coltivatori delle grandi industrie non impiegano mai i vecchi sementi per la nuova coltivazione ma si sceglie sempre una selezione con un certo “vigore ibrido”.
Chi mangia e chi produce OGM?
La prima varietà di coltivazione OGM è stata piantata nel 1996. Nel 2011 ben 160 milioni di ettari sono stati impiegati per le coltivazioni OGM. I Paesi con una produzione più alta di OGM sono gli Stati Uniti e il Brasile. In Europa l’agricoltura OGM ha alcuni limiti ma non impossibile: è permessa la coltivazione di Mais OGM (Bt, Bacillus thuringiensis) disseminata un po’ su tutto il territorio europeo con Spagna in testa.
In Italia è vietata la coltivazione di OGM ma NON è vietato il consumo! La vendita di prodotti che contengono OGM, in Italia, non è vietata e la loro presenza ha l’obbligo di essere indicata in etichetta solo se supera lo 0,9%. La quantità di ogm portata sulle tavole dei consumatori italiani non è così esigua quanto si può pensare.
Gli OGM possono arrivare sulle tavole dei consumatori italiani in modo diretto o indiretto.
In modo diretto: come ingredienti degli alimenti o costituenti principali
In modo indiretto: mediante le carni e i derivati animali (uova, latte e formaggi) derivati da allevamenti nutriti con OGM. Quando i mangimi usati per nutrire il bestiame derivano da agricoltura ogm.
Se un animale viene nutrito con mangimi ogm la cosa non deve essere indicata sull’etichetta di carne, latte, formaggi e altri derivati. Quindi in questo senso il consumatore può tutelarsi acquistando carne e derivati animali da piccoli allevatori che non utilizzano mangimi OGM oppure può acquistare prodotti di allevamento Biologico.
Per evitare gli OGM in modo diretto bisogna stare attenti ad alcune indicazioni poste in etichetta. Gli OGM e i loro derivati si possono trovare in un buon numero di alimenti a base di soia e mais, sono presenti, in diverse forme, almeno nel 60% dei prodotti alimentari che consumiamo abitualmente. Gli OGM sono diffusi soprattutto sotto forma di:
-Soia: farina, proteine vegetali, emulsionante lecitina (E322), mono e diÂgliceridi (E471), oli o grassi vegetali, ecc.
-Mais: farina, amido, olio, sciroppo di glucosio, fruttosio, destrosio, maltodestrine, sorbitolo (E420), ecc.
Fin poco tempo fa mais o soia di provenienza transgenica, nei quali a seguito del processo di lavorazione perdevano le tracce di proteine transgeniche non devono essere etichettati anche se provengono al 100% da materie prime transgeniche. Insomma, fino a qualche anno fa in commercio c’erano olio di semi, olio di soia e altri oli vegetali derivati al 100% da OGM senza alcuna esplicitazione in etichetta. Per fortuna attualmente le cose sono cambiate e il produttore è costretto a indicare la derivazione da OGM nel caso in cui la presenza di tale ingrediente (rintracciabile o non rintracciabile che sia) superi l’1%.
Si stima che circa il 90% degli Ogm importati in Europa siano utilizzati nella mangimistica animale e nella produzione di oli e amidi.
Come proteggersi dagli OGM?
- Utilizzare prodotti biologici
- Evitare i fast food
- Quasi si tutte le salsicce, la carne in scatola e salumi vengono prodotti con l’aggiunta di componenti geneticamente modificati. Anche in tal caso meglio scegliere prodotti Bio.
- Gli OGM e tutti i rischi sanitari possono essere evitati con un’attenta auto-produzione degli alimenti: coltivare un orto, allevare un paio di galline…
- Evitare i prodotti riportati in basso
I danni degli OGM
In occasione dell’articolo dedicato al “Caso Monsanto” vi abbiamo riportato uno degli studi che mettono in evidenza i danni sanitari degli organismi transgenici: gli animali nutriti con OGM hanno dimostrato di sviluppare più di frequente e più facilmente tessuti tumorali e altre disfunzioni.
Con la diffusione di OGM resistenti a erbicidi, nei campi agricoli si ha un uso massiccio di pesticidi e altri diserbanti proprio perché la pianta risulta esserne resistente. Per gli altri danni riportiamo tre punti tratti da uno studio condotto da Greenpeace:
- I rischi ecologici sono irreversibili e ancora sottovalutati. Fra questi citiamo la perdita di biodiversità , l’uso irrazionale di pesticidi, lo sviluppo di nuove resistenze da parte di piante infestanti e insetti parassiti, il trasferimento di geni ad altre specie, l’apparizione di nuove specie infestanti o di effetti indesiderati sull’ecosistema.
- Le colture transgeniche rappresentano una minaccia e non la soluzione al problema della fame nel mondo. Esse rischiano di concentrare le risorse alimentari mondiali nelle mani di poche multinazionali. Ottocento milioni di persone soffrono di fame per un accesso inadeguato al cibo anche se la produzione agricola complessiva è più che sufficiente per sfamare l’intera popolazione mondiale: sono povertà e mancanza di diritti sociali le principali cause dell’insicurezza alimentare e la concentrazione delle risorse alimentari in poche mani non fa che aggravare il problema.
- Gli OGM, attraverso la dispersione del polline transgenico, rischiano di contaminare e minare sia l’agricoltura biologica che quella tradizionale.
Le risorse genetiche devono rimanere un patrimonio collettivo dell’umanità e non subire un processo di privatizzazione attraverso i brevetti. Privatizzazione che porta l’UE a sancire leggi discutibili sulla registrazione delle sementi e le produzioni agricole.
Alcune dei marchi e prodotti più diffusi in Italia, soprattutto tra i giovani, che contengono OGM:
- Prodotti Mars: snickers, twix, m&m’s, Nestle, Crunch, Nesquik
- Heinz ketchup
- Coca Cola: Coca cola, Sprite
- Pepsi: pepsi cola
- 7-Up
- Pringles patatine
- Kellog (Cereali, fiocchi di mais…)
- Unilever: maionese e altri alimenti
- Danone: yogurt e altri alimenti
- McDonald
Per essere aggiornati sul tema OGM, non basta seguire gli aggiornamenti sul portale ufficiale del Ministero della Salute, piuttosto bisogna informarsi minuziosamente andando a seguire le diatribe che si celano dietro ogni produttore e nel dettaglio, cosa dice la legge in materia.
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