Animali marini: strage in Sri Lanka, spiagge e mare inquinati per decenni

Un disastro ambientale, una strage di animali marini, un ecosistema compromesso per dieci anni. Il triste bilancio a distanza di un mese dal naufragio della nave cargo al largo delle coste occidentali dello Sri Lanka.

E’ affondata lo scorso 2 giungo dopo un incendio divampato a bordo della nave. Il portacontainer MV X-Press Pearl, che trasportava materiale plastico allo stato grezzo e prodotti chimici, si è inabissato prima ancora che le squadre di recupero potessero portare la imbarcazione sulla riva.

La nave è colata a picco al largo della spiaggia di Negombo, a pochi chilometri dalla capitale Colombo, con oltre 1486 container con materiale altamente inquinante.

All’indomani dell’incidente, la dottoressa Ajantha Perera, attivista ambientalista cingalese, aveva commentato ai microfoni della BBC che l’affondamento era “il peggiore scenario ambientale”, sia per la morte degli animali che per la distruzione del fondale marino.

Ecosistema e fondale marino devastati

strage animali marini

L’area tra il mar Arabico e il Mare indiano è una zona di passaggio e transito per molte specie marine. Senza considerare le correnti che spostano le sostanze chimiche e le microplastiche contribuendo a diffonderle.

Non c’è stato nulla da fare e l’impatto sull’ecosistema è stato devastante. A distanza di un mese, il bilancio è drammatico per la flora e la fauna marina. Sono rinvenute migliaia di carcasse tra animali marini e uccelli.

In mare si sono riversate e continueranno a riversarsi, oltre 25 tonnellate di acido nitrico, una serie di prodotti chimici e tonnellate di microplastiche e cosmetici in quantità.

Un disastro ambientale senza precedenti. Inesorabilmente, l’area è destinata ad ampliarsi così come il bilancio del numero degli animali morti a salire nelle prossime settimane e mesi.

In una prima udienza sul disastro, il vice procuratore generale, Madawa Tennakoon, ha comunicato a fine giugno un bilancio drammatico ancora provvisorio. Le tossine rilasciate dalle sostanze chimiche, dal carburante e le microplastiche hanno provocato la morte di 176 tartarughe, 20 delfini e quattro balene.

L’organizzazione animalista WWF ha denunciato che l’incidente della nave cargo ha pesantemente compromesso l’ecosistema marino locale e delle aree costiere vicine. L’impatto e le ripercussioni secondo le stime saranno per decenni anche nel settore della pesca. Il governo ha infatti vietato la pesca già in molte aree della costa.

Sri Lanka bilancio destinato a salire

The Pearl Protector, l’associazione di tutela ambientale cingalese ha diffuso le immagini del dramma di migliaia di animali trovati morti lungo le spiagge. A distanza di un mese, si moltiplicano i decessi. Centinaia di tartarughe marine morte per le sostanze o le microplastiche ingerite. Così come specie di delfini, balene, squali, pesci, anche meduse, crostacei e uccelli marini.

Per poter continuare a monitorare il disastro, sono stati creati dei gruppi per le segnalzioni tra i quali “Report a Dead Marine Animal in Sri Lanka” su Facebook.

I cittadini, ogni giorno, pubblicano post con segnalazioni di carcasse lungo tutto la costa dello Sri Lanka e dell’area colpita.

Molte specie muoiono dopo aver ingerito le microplastiche. I granuli di polietilene, a causa delle loro piccole dimensioni e la loro forma rotonda, vengono scambiate per alimenti. Non solo le correnti contribuiscono a disperdere le microplastiche.

Le operazioni di bonifica lungo le spiagge devono scavare fino ad un metro di profondità nella sabbia per rimuovere le microplastiche e i detriti.

Il Governo srilankese ha denunciato quindici persone, incluso il capitano delle nave, accusati per danni all’ecosistema.

 

 

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