Sono 20 i cuccioli di Beagle di appena 4 mesi, destinati alla sperimentazione animale. Oltre a quei cuccioli, nel laboratorio dell’azienda farmaceutica Aptuit Evotec a Verona.
Immediata la protesta indetta dalle organizzazioni animaliste. L’appuntamento è previsto per il prossimo 18 settembre alle ore 11 davanti alla sede della casa farmaceutica.
Intanto però, i militanti dei Centopercentoanimalisti hanno anticipato la protesta. Gli attivisti animalisti hanno infatti tappezzato la città di Verona di alcuni manifesti, nella notte del 13 settembre. Striscioni con i quali chiedono la liberazione dei cuccioli affissi nei centri nevralgici della città dall’Arena, alla Stazione, o davanti al Comune.
“La Aptuit si vanta di essere il centro di sperimentazione più veloce: il che significa le sofferenze più intense per le vittime, che saranno alla fine uccise. La sperimentazione su altri Animali non ha nessun valore per gli umani: ogni organismo ha sviluppato risposte diverse agli stimoli, anzi questa falsa ricerca è spesso fuorviante. Questo è risaputo. Dietro la sperimentazione animale (vivisezione) c’è solo un giro di affari miliardario e questo è l’unico motivo per cui viene mantenuta”. Scrive l’associazione Centropercentoanimalisti.
In un comunicato stampa, la LAV annunciando la manifestazione del 18 settembre, ha denunciato che “l’arrivo dei 20 Beagle nei laboratori è un fatto che, nonostante nelle fasi del trasporto dalla Francia a Verona abbia seguito un iter legale, viene condannato con fermezza dal punto di vista etico e morale da tutte le associazioni animaliste veronesi, da sempre molto attive nella tutela dei diritti degli animali”.
Viene richiesto che il laboratorio apra le porte in modo da mostrare quanti e quali animali siano sottoposti agli esperimenti. Che sia inoltre mostrata la loro provenienza e i test ai quali sono destinati.
Sul caso è intervenuto anche il consigliere delegato alla Tutela e benessere animale, Laura Bocchi che ha chiesto al Settore Veterinario dell’Ulss 9 Scaligera relazione e controlli sulle attività dell’azienda farmaceutica.
“Abbiamo ricevute molte segnalazioni da cittadini allarmati dall’arrivo di 20 beagle destinati alla sperimentazione”. Ha dichiarato la consigliera, sottolineando di aver appreso dell’arrivo dei cani dalla LAc.
“Di concerto con l’onorevole Maturi mi sono informata per dare risposta ai cittadini nell’ambito delle competenze del Comune. Per questo ho chiesto al Settore Veterinario dell’Ulss di verificare e relazionarci sulle condizioni di detenzione degli animali e, come prevede la norma, abbiamo richiesto la documentazione specifica sul progetto anche al Ministero, obbligatoria in queste procedure”. Assicura la Bocchi.
La consigliera ha poi concluso di attendere “le informazioni, auspicando che l’Europa modifichi la legge che ad oggi permette il triste utilizzo di questi animali, che potrebbero essere sostituiti dai tanti metodi alternativi emergenti su cui vale la pena investire risorse e finanziamenti”.
Purtroppo, la sperimentazione animale è consentita in Europa. Il decreto Legislativo n.26 del 4 marzo 2014, che recepisce la direttiva europea, contiene una serie di norme e limitazioni. Linee guida con le quali garantire il benessere degli animali sottoposti alla sperimentazione. Purtroppo, attraverso deroghe, è possibile per i laboratori di sperimentazione animale condurre esperimenti che provocano sofferenza agli animali.
Nel 2020 è uscito il rapporto della Commissione Europa sui dati relativi agli animali usati nella ricerca. Solo nel 2018, sono stati utilizzati quasi 9 milioni di animali nei 29 Stati membri.
Tra questi anche gli animali modificati geneticamente per le sperimentazione. Milioni di animali sottoposti alle peggiori torture. “Quasi la metà degli animali, 4 milioni e 700 mila, è stato sottoposto a procedure con le due classi di dolore più alte (moderato e grave). Confrontando i dati con quelli del 2015, poi, colpisce l’aumento all’uso di cani (+29%) e primati (+4%), specie particolarmente protette, il cui ricorso dovrebbe essere strettamente vincolato”. Commenta la Lav.
In base a questo scenario drammatico, con il covid, le associazione hanno espresso rammarico per l’aumento dell’utilizzo dei primati nella ricerca. “In seguito alle migliaia di studi sul Covid hanno portato a un’impennata nel ricorso a queste specie, mentre tra le specie più importate in Unione Europea da Paesi Extra UE figurano, anche, gatti (38%) e cani (46%), ma ciò non stupisce considerato che fin dai tempi del famigerato allevamento Green Hill, LAV aveva fatto luce sul traffico di cuccioli da tutto il Mondo”.
Le associazione animaliste chiedono ora che la multinazionale mostri le ricerche che sta effettuando. Un’azienda che da anni usa cani, scimmie uistitì e altri animali per sperimentare farmaci.
In Italia, ogni anno vengono usati oltre 600 cani negli esperimenti per test tossicologici, prove per farmaci e per la produzione di apparecchiature.
“Le associazioni chiedono ad Aptuit di agire nella massima trasparenza e collaborazione con le autorità competenti per chiarire i tanti silenzi e le zone d’ombra che da tanto tempo riguardano gli esperimenti sugli animali rinchiusi nei laboratori, senza mai vedere la luce del sole, sottoposti a test e sofferenza in nome della scienza”. Scrive la Lav.