Semmai dovesse capitarvi di passare in quella sottile striscia di terra tra Lenoir, Forest City e Charlotte, in North Carolina, potreste incontrare campi e campi di pannelli solari, e appartengono all’azienda che ha creato gli iPhone e gli iPad. Sì, perché Apple ha deciso di puntare sulle rinnovabili.
Era il 2012 quando partì il progetto che avrebbe trasformato quell’appezzamento d’erba di fronte al data center, in uno delle più grandi parchi solari al mondo.
I pannelli sono comandati a distanza tramite un indicatore che permette loro di girare con il sole. L’energia prodotta viene erogata al sistema energetico dell’intera area, e Apple sfrutta solo la quantità di cui ha bisogno. Questo significa che l’energia inutilizzata finisce alla comunità.
Ma non è finita qui; l’azienda ha deciso di servirsi di pecore per tenere l’erba del sito ben rasata. Pecore, sì! Non sarebbe stato abbastanza ecosostenibile affidare la cura del prato a rasaerba elettrici, vi pare? Le pecore poi, sono capaci di infilarsi in spazi angusti, come quelli tra un pannello e l’altro.
Primo nel suo genere, il centro fotovoltaico di Apple è composto da due diversi tipi di pannelli solari che producono energia per 20 MW: il più grande, di 40 kmq, è occupato da 50.000 pannelli solari, e il più piccolo ha celle a (bio)combustibile, diventando così il più grande centro di energia alternativa degli Stati Uniti posseduto d un privato.
Con una spesa intorno ai 150-200 milioni di dollari, Apple si è garantita un parco solare capace di generare 50 MW, ben dieci in più rispetto a quanti la stessa Apple ne usi, e 50 celle a biogas, che creano 200 KW di energia l’una. Sfruttando una reazione chimica fatta di ossigeno e gas derivante dalla decomposizione di materia organica (discariche, scarti animali e da impianti per la depurazione dell’acqua), il biogas appunto, che viene succhiata dalle celle disposte nel sito, Apple produce energia del tutto pulita per altri 10 MW.
Il tutto al minimo del rumore, della spesa e anche della manutenzione. L’azienda sta già costruendo un nuovo centro fotovoltaico a Reno, in Nevada, differente rispetto a quello di Maiden (North Carolina) perché si serve di una combinazione di pannelli solari e specchi per concentrare al meglio i raggi del sole.
Prima di loro c’era stata Google, che nella primavera dello stesso anno aveva deciso di collaborare con Duke Energy investendo 1 miliardo di dollari tra contratti e investimenti di capitale, in un progetto che include sia pannelli solari che turbine eoliche, auto incoronandosi così prima azienda di livello mondiale a puntare sulle energie rinnovabili.
Ma anche Facebook e Amazon hanno deciso di ‘ripulirsi’. Quest’ultima pare abbia deciso di costruire una struttura elettrica ‘verde’ per fornire energia pulita ai suoi server. E Facebook ha annunciato che a breve costruirà un sito di energia eolica in Iowa.
Pure Microsoft e il leader nelle aste online eBay hanno deciso di lanciarsi in investimenti ‘green’, ma non ancora su larga scala. Nel 2010 si è stimato che negli Stati Uniti circa il 2% del consumo di elettricità sia proprio dovuto ai data center di aziende come quelle sopracitate.
È ovvio che il trend può solo aumentare. Speriamo che l’approccio meno economico ma sicuramente più coraggioso di Apple, sia da esempio per le altre major di livello internazionale.