Può Interessarti | Come avviare un’azienda agricola
Un’azienda vitivinicola può ricavare i suoi profitti sia dalla vendita dell’uva sia dalla vinificazione del suo raccolto con la vendita diretta del vino. Nell’aprire un’azienda agricola di tipo vitivinicola, il titolare si troverà più volte davanti alla domanda “meglio vendere l’uva o il vino?”
Aprire un’azienda agricola di tipo vitivinicola non è affatto un’impresa facile. In primis bisognerà trovare il terreno adatto e non parliamo di fertilità del suolo ma di burocrazia: con una normativa europea, è dal 1987 che sono vietati i nuovi impianti viticoli, quindi sono consentiti solo i re-impianti di viti per uva da vino, per una superficie pari a quella estirpata sia nell’ambito della stessa azienda sia tramite l’acquisto di diritti di re-impianto. In alternativa, è necessario sapere se il terreno in cui si intende avviare l’azienda vitivinicola rientra nelle aree in cui è consentito di mettere a dimora nuovi vigneti da vino, si tratta delle Zone C2, di solito sono aree in cui è già presente una forte tradizione viticola e dalla rinomata fertilità.
Come aprire un’azienda vitivinicola? I primi passi:
-per avviare l’attività bisognerà verificare se l’area rientra nelle zone C2
-si vi è disponibilità di diritti di re-impianto
-se l’uva o il vino che s’intende produrre ha uno sbocco sul mercato
-se non si dispone di un terreno, bisognerà analizzare se vi sono terreni adatti da comprare o da prendere in affitto per almeno 18 anni
-bisognerà prendere in considerazione la possibilità di produrre uva o vino biologico
–verificare la presenza di finanziamenti iniziando da quelli regionali:
alcune regioni, per facilitare l’insediamento dei giovani in agricoltura, agevolano la costruzione di nuovi vigneti mediante l’assegnazione di diritti di impianto attinti dalla riserva regionale. A questi diritti si affianca la possibilità di accedere ai finanziamenti per la ristrutturazione viticola (circa 10.000 euro per ettaro) oppure a specifici finanziamenti regionali che consentono l’acquisto di mezzi produttivi (l’esempio della Lombardia con un finanziamento di 17.000 euro destinato ai giovani agricoltori e del Veneto con un contributo di 30.000 euro).
La produzione di vino biologico (e uva biologica) richiede un forte impegno burocratico e amministrativo ai fini di conseguire la certificazione biologica, nonché dei maggiori costi da sostenere.
Fatte le dovute analisi, supponiamo di disporre di un terreno di circa 3 o 4 ettari, in una delle zone C2, quindi idealmente in un’area a denominazione d’origine (Dop) o con indicazione geografica (Igp). L’ideale sarebbe investire in una regione del centro-sud Italia, qui le aziende vitivinicole sono in difficoltà pertanto sono in atto programmi innovativi riguardo l’introduzione di nuovi vitigni o per la produzione di nuovi tipi di vino come spumantini, bianchi e rosati da poter portare sul mercato internazionale. In base alla regione geografica si passerà alla scelta di una buona combinazione d’innesto delle viti da coltivare. Per la scelta, controllare l’elenco delle varietà consigliate e autorizzate dalla provincia o dalla regione di appartenenza oltre, ovviamente, a considerare i portinnesti adatti alla produzione in base al terreno in cui si intente allestire il l’impianto di viti.
Dopo aver scelto la varietà con la quale si allestire l’impianto di viti, bisognerà scegliere il modello viticolo tenendo conto che deve essere molto comodo per consentire una facile potatura ma anche la meccanizzazione: tra una fila e l’altra possono passare le macchine e gli attrezzi per raccolta e manutenzione? Se il terreno si trova in zona collinare bisognerà farsi rilasciare le autorizzazioni amministrative per creare le terrazze do effettuare l’impianto delle viti. Tra i filari, sempre idealmente, bisognerà lasciare 2,5 – 2,7 metri così da consentire il transito delle macchine.
Dopo aver consultato la regione e aver effettuato le ricerche circa gli eventuali finanziamenti per l’acquisto delle strutture, sarà necessario fare l’inventario di ciò che serve alla produzione di uva e all’allestimento della cantina. Iniziamo con la coltivazione dei vigneti: se alcuni macchinari vi serviranno sempre, altri potrebbero anche solo essere fittati nel momento del bisogno oppure è possibile rivolgersi a terzi che svolgeranno l’intero lavoro di manutenzione.
Un contoterzista potrà occuparsi di:
potatura invernale
defogliazione precoce e tardiva
vendemmia meccanica
Le macchine da avere sono:
-trattore di 80-90 CV, meglio se con termocabina così da consentire i trattamenti antiparassitari. Nel vigneto ideale i trattori diventano due, uno piccolo da 50-60 CV e uno di 90-105 CV con quattro ruote motrici, cabina termocondizionata per i lavori invernali, trattamenti antiparassitari e trasporto
-spollonatrice
-cimatrice
-irroratrice
-trinciasarmenti
-carro per trasporto uva
L’azienda vitivinicola dovrà presentarsi con:
-2 vigneti
-un pozzo per il prelievo dell’acqua da irrigazione con sistema di microirrigazione (meglio se a goccia)
-cantina
-deposito macchine e attrezzi
-punto vendita e abitazione
Quando parliamo di aprire una cantina connessa all’azienda vitivinicola, gli investimenti economici sono piuttosto notevoli. Per allestire una cantina capace di produrre 300 ettolitri di vino per la vendita diretta, occorrono, oltre che i macchinari e gli spazi per la vinificazione, anche un locale adatto all’etichettatura, oppure affidarsi a un contoterzista che si occupa di imbottigliamento ed etichettatura. Molto meno impegnativa, è quindi, la scelta di produrre vino da vendere sfuso.
In ogni caso, prima di effettuare un investimento in attrezzature nuove, meglio affacciarsi sul mercato dell’usato dove le attrezzature enologiche sono proposte a un prezzo del 40% – 70% in meno rispetto al nuovo.
I costi d’investimento legati all’azienda vitivinicola:
Per aprire un’azienda agricola di tipo vitivinicola che prevede un terreno di 4 ettari di nuovi vigneti si possono stimare costi che vanno da 110.000 euro a 140.000 euro comprendendo, nell’investimento, anche la sistemazione del suolo, l’acquisto dei diritti (l’acquisto dei diritti di impianto viti ammonta a 5.000 – 6.000 euro all’ettaro), barbatelle, strutture di sostegno per le viti, messa a dimora di viti e pali, estione dei due primi anni produttivi. Da aggiungere alle spese dei macchine operatrici e trattori per l’ammontare di 80.000 euro.
Con un vigneto di 4 ettari si può ipotizzare una produzione di 500 quintali di uva o di 350 ettolitri di vino. Il fatturato annuo è molto variabile, nell’ideale si possono produrre 40.000 bottiglie di vino all’anno, vendendo tale bottiglie a 3,50 euro per ognuna, si avrà un fatturato annuo di 140.000 euro.
Una volta avviata l’azienda, il costo indicativo per la produzione di vino, compreso di manodopera, energia, ammortamenti delle attrezzatore e prodotti enologici, varia da 0,15 a 0,30 euro per litro a seconda che si tratti di vino bianco o rosso. Quando il vino viene commercializzato sfuso il fatturato annuo scende ma con esso anche le spese: il vino imbottigliato prevede costi legati alle bottiglie, cartoni, tappi, etichette, consegne e registrazioni.
Aggiornamenti: Finanziamenti in agricoltura
finanziamenti in agricoltura introdotti dalla misura Salvaitalia del governo Renzi che potrebbero avere risvolti positivi anche per chi gestisce o intende aprire un’azienda vinicola con la coltivazione di vigne e produzione di uva da vino.
Aggiornamenti 2:
Il PSR 2014 – 2020 prevede nuovi finanziamenti a fondo perduto per gli agricoltori che stanno “acquisendo” o “avviando” un’attività agricola. Tutte le informazioni sugli incentivi a fondo perduto per l’agricoltura sono disponibili nell’articolo: Finanziamenti a fondo perduto per agricoltori.
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