Max Mara rimane una delle poche case di moda ad impiegare ancora pellicce di animali per realizzare borse e accessori
In occasione delle settimane della moda in programma nelle principali capitali come Milano, Londra, New York e Parigi, le associazioni Humane Society International e le organizzazioni della Fur Free Alliance hanno lanciato una campagna globale fur-free per dire “basta alle pellice” rivolta principalmente alla casa di moda, Max Mara.
L’obiettivo finale di questa campagna che coinvolgerà i 35 paesi che ospitano queste associazioni, è quello di indurre Max Mara “a cessare l’utilizzo della pelliccia animale perché crudele, anacronistica e fuori luogo nella società moderna”. La richiesta è diretta a tutti marchi del Max Mara Fashion Group, fra i quali anche Sportmax, Marina Rinaldi, Sportmax, Max&co e Pennyblack.
Non sono tanti ormai i gruppi che impiegano le pellicce di animali nelle proprie collezioni. Max Mara è uno di questi, mentre altre case di moda di prim’ordine come Dolce & Gabbana, Saint Laurent, Valentino, Gucci, Versace, Alexander McQueen, Balenciaga e Jimmy Choo, hanno già deciso di mettere al bando le pellicce dalle proprie collezioni.
La famosa casa di moda continua ad utilizzare pellicce di animali per realizzare polsini in pelliccia di volpe, cappucci, guanti, parka e borse. Nelle loro collezioni sono presenti prodotti realizzati con pelliccia di visone di provenienza cinese e pelliccia di volpe e cane procione dalla Finlandia.
PJ Smith, Director of fashion policy per HSUS e HSI, in una sua dichiarazione ha stigmatizzato l’ostinazione di Max Mara a non voler rinunciare alle pellicce “nonostante le prove della sua crudeltà nei confronti degli animali e della sua pericolosità per l’ambiente e per la salute pubblica”. La speranza di queste associazioni è che questa casa di moda, che conta oltre 2.500 negozi in 105 paesi “smetta di associarsi al business delle pellicce e invece decida di optare per una moda più etica e compassionevole.”
Da tempo le associazioni animaliste e ambientaliste, hanno lanciato il grido d’allarme per denunciare le condizioni disumane con le quali vengono allevati visoni, volpi e cani procione. Secondo la loro denuncia il gruppo Max Mara terrebbe gli animali in “gabbie piccole e spoglie per tutta la loro vita, privati della possibilità di esprimere i propri comportamenti naturali, per poi essere crudelmente uccisi per elettrocuzione o asfissia da gas e quindi scuoiati”.
Non si può non ricordare che l’allevamento di pellicce produce effetti devastanti anche per l’ambiente e rappresenta un rischio per la salute pubblica. Le ultime ricerche hanno confermato come “la pelliccia ha le più alte emissioni di gas serra per chilogrammo. L’impronta carbonica di 1kg di pelliccia di visone risulta 31 volte superiore a quella del cotone e 25 volte superiore al poliestere”. Fra l’altro gli allevamento sarebbero anche un ricettacolo di malattie zoonotiche come il COVID-19 e l’influenza aviaria.