Sono ormai diversi anni che si discute, a livello mondiale, dello spopolamento degli alveari. Inizialmente le cause non erano immediatamente rintracciabili, così si cercò di spiegare il fenomeno indicando nuovi patogeni emergenti, virus e persino onde elettromagnetiche dei cellulari.
Ma tra tutte le ricerche, emerse una curiosa coincidenza: tra il 2005 e il 2010, le superfici coltivate a colza, girasole e soia per ottenere biocombustibili sono aumentate di quasi un terzo. E allora si è tornati alla carica con la denuncia dei pesticidi neonicotinoidi, utilizzati in grandi quantità per la concia dei semi. Le loro polveri tossiche sarebbero accusate di avvelenare gli insetti e causare sia la morte di quelli infettati, sia portare grandi rischi per la colonia in cui fanno ritorno.
Alcuni studi hanno divulgato notizie interessanti su come gli insetti possano venirne a contatto: le polveri tossiche, infatti, non si depositano solo sui terreni in cui il pesticida è impiegato, ma si propagano anche ai campi confinanti e, nei casi più estremi, vengono assorbite dalle radici, per poi confluire nel polline delle piante visitate abitualmente dagli impollinatori.
In Europa si stima che vivano solo 2/3 delle colonie di api che sarebbero necessarie per impollinare adeguatamente le coltivazioni e il ritmo delle morìe si aggira su una media annua del 30%. L’ampliamento di terreni destinati alla produzione di biocombustibili ha prodotto un aumento vertiginoso della domanda d’impollinazione, ma allo stesso tempo, l’impiego dei pesticidi tossici ha decimato le api. I dati sono allarmanti: si calcola che circa la metà dei paesi europei, tra cui Italia, Francia e Germania, soffra la carenza di api.
Creare energia dai biocombustibili, sfruttando una risorse rinnovabile e non inquinante, è sicuramente un’idea ammirevole. Ma, come tutte le iniziative, avrebbe bisogno di essere considerata nella sua globalità, pianificando e indagando sugli impatti a livello ambientale. Gli insetti impollinatori sono fondamentali per il nostro ecosistema e per il nostro sistema alimentare: proteggere, salvaguardare e mantenere sano il loro habitat dovrebbe essere una delle nostre priorità più grandi.