Cecidomia del bosso rimedi: tra i parassiti animali, il bosso teme in particolare la cecidomia, un dittero cecidomide, dall’aspetto di una piccola zanzara che si nutre delle sue foglie. In realtà, a danneggiare il bosso non è la cecidonia adulta ma sono le sue larve: tra aprile e maggio la cecidomia depone le sue uova all’interno delle nuove foglioline di bosso, dalle uova nascono poi piccole larve che si cibano delle foglie del bosso deturpandone così l’aspetto.
Periodo di dannosità: da giugno ad aprile-maggio dell’anno successivo
L’attacco è facilmente riconoscibile in quanto la foglia colpita presenta un rigonfiamento su entrambe le pagine fogliari, con una leggera decolorazione della porzione infestata: il bosso va incontro prima ad ingiallimento, poi a defogliazione. Le larve passano tutto l’inverno all’interno delle foglie del bosso e si sviluppano soltanto nella primavera successiva, durante la quale riprenderanno a nutrirsi.
Le foglie colpite si disseccano e, nel caso di attacchi massicci, il bosso si defoglia e s’indebolisce; la pianta può addirittura morire se l’attacco si ripresenta nel tempo.
Le larve si presentano di colore bianco o gialle e come vedete nella foto in basso si annidano all’interno delle foglie, causandone il deperimento.
Contro l’attacco della cecidonia il miglior rimedio è quello di potare il bosso prima cioè ad aprile: in questo modo potremo precedere lo sfarfallamento e la deposizione delle uova. Per la potatura è sufficiente asportare i rametti nelle cui foglie è già presente l’insetto. Alla potatura deve seguire la distruzione dei rametti attaccati.
Nella lotta biologica contro il parassita del bosso troviamo alcuni rimedi abbastanza efficaci.
Subito dopo lo sfarfallamento degli adulti si può ricorrere all’estratto di piretro (150 ml/hl): indicato per ostacolare le ovideposizioni. Da spruzzare sulle foglie ogni mattina per tutto il mese di marzo. In caso di scarsa efficacia con il piretro si può rimediare con prodotti a base di olio di Neem. Si consiglia la dose di 100 ml per un litro di acqua. Per l’effetto repellente, contro le femmine ovideponenti molto efficace è anche il macerato di ortica oppure l’estratto di aglio; purtroppo questi rimedi naturali non sono efficaci contro le larve, gli organismi che si nutrono del vostro bosso. Per stroncare sul nascere le larve è possibile sfruttare la lotta biologica con ceppi di batteri ad hoc del tipo Bacilus thuringiensis.
Si tratta di un batterio entomopatogeno che può essere efficacemente usato per contenere la popolazione della piralide: esso è efficace se ingerito dalle larve; provoca la loro morte per setticemia e paralisi in breve tempo. Non è fitotossico e non pregiudica la vita dei predatori e dei parassiti naturali degli
insetti dannosi.
I trattamenti vanno eseguiti circa 2 o 3 volte l’anno, in corrispondenza della schiusa delle uova.
Non è facile reperire bioinsetticida a base di Bacillus thuringiensis nei garden center, bisognerà rivolgersi presso rivenditori meglio specializzati. In ogni caso si consiglia di comprarne uno di nuova generazione, cioè sintetizzato in laboratorio dalla combinazione dell’attività dei ceppi di Bacillus thuringiensis di maggiore efficacia per il trattamento della piralide del bosso, e contro altri parassiti (altre larve di lepidottero) dannosi per la nostra siepe.
Chi predilige gli acquisti online può puntare al prodotto BIO a base di Bacillus Thuringiensis, specificamente del ceppo Aizawai, il più indicato per eliminare la piralide del bosso (è specifico per le larve dei lepidotteri defogliatori proprio come il bosso). La confezione è di 500 grammi, quindi la consigliamo per chi vuole effettuare più trattamenti (sono consigliati 3 trattamenti all’anno). Il prezzo della confezione è di circa 25 euro.
In alternativa, per chi ha una piccola siepe, vi è il prodotto Agrobacterias – Snake Killer da 50 GR, sempre a base di Bacillus thuringiensis, il prezzo è di 14 euro.
Mentre chi preferisce un prodotto liquido può affidarsi al Zapi Larve E Bruchi Delle Piante Flacone Da 50 Ml sempre a base di Bacillus thuringiensis ma questa volta la formulazione prevede due ceppi differenti così da allargare lo spettro d’azione. Il Zapi si compra al prezzo di circa 13 euro compreso di spese di spedizione. Con un flacone da 50 ml si può ottenere una diluizione di circa 15 litri d’acqua da irrorare sulle siepi da trattare.
Anche i primi due prodotti citati sono solubili in acqua: si tratta di granuli che, una volta disciolti in acqua, rendono attiva l’azione del Bacillus thuringiensis, in particolare la confezione da 500 grammi impiega il ceppo Aizawai, in grado di produrre una tossina specifica per il bosso.
Attenzione!
Quando trattate le vostre siepi con il Bacillus Thuringiensis ricordate di evitare altri pesticidi alcalini come prodotti a base di calce o poltiglia bordolese.
Per massimizzare l’efficacia si raccomandano 3 trattamenti all’anno.
Mettere a bagno delle parti verdi di ortica non fiorita alla dose di 10 kg per 100 lt di acqua
Fare macerare almeno 5-6 gg, rimescolando e sommergendo il cappello di ortiche ogni giorno
L’acqua del macerato può essere utilizzata contro i parassiti diluita in rapporto di 1:10: se risulta inefficace, dopo 2-3 gg ripetere il trattamento concentrando maggiormente e verificando che alle concentrazioni più alte non vi siano effetti fitotossici sulle piante.
Mettere 75 grammi di bulbi tritati finemente in 10 litri di acqua.
Prima di aprile trattare il prodotto sulle piante in maniera costante: 2-3 trattamenti al giorno a distanza di 4-5 gg l’uno dall’altro.
La cecidomia può essere combattuta anche chimicamente, ma solo in caso di forti attacchi e intervenendo in aprile-maggio, con un prodotto attivo sugli adulti dei cecidomidi, oppure in giugno, con un insetticida attivo contro le larve.
Prima di impiegare un qualsiasi prodotto fitosanitario (antiparassitari, pesticidi chimici…) vi invitiamo a informarvi su eventuali effetti collaterali, salubrità e informazioni d’impiego mediante l’apposita “Banca Dati dei prodotti fitosanitari” messa a disposizione dal Ministero della Salute.