La cenere vulcanica dell’Etna potrà diventare una risorsa preziosa da impiegare nei cicli produttivi grazie al nuovo decreto approvato dalla Regione Sicilia
La cenere dell’Etna viene sempre associata, almeno da chi vive alle pendici del grande vulcano, ai danni che vengono cagionati all’agricoltura e al suolo, alle ripetute chiusure dell’aeroporto Fontanarossa, oltre ai rischi di scivolamento per i mezzi a due ruote. Un fenomeno ricorrente, davanti al quale, i catanesi sono ormai rassegnati.
Ma non è detto che i “colpi di tosse” del vulcano siciliano siano sempre e solo una piaga. La cenere dell’etna può diventare invece una grande risorsa, anche alla luce del decreto firmato dall’assessore regionale all’Energia e ai servizi di pubblica utilità, Roberto Di Mauro, che consentirà di impiegare le ceneri vulcaniche dell’Etna come materie prime seconde, al posto di altri materiali vergini nei processi produttivi.
Cenere vulcanica, da incubo a risorsa
Nel provvedimento firmato dall’assessore regionale, sono contenuti i protocolli che Comuni e imprese dovranno rispettare per valorizzare queste materie prime non contaminate o inquinate. L’abbondante quantità di cenere che si deposita sulle grondaie, sui tetti, sulle strade e in tantissime aree aperte in seguito alle eruzioni vulcaniche, rende questa materia prima molto facilmente accessibile.
La cenere vulcanica, che ormai da tanto tempo viene vissuta come un vero incubo dai cittadini catanesi, può davvero trasformarsi in una risorsa preziosa per l’industria, entrando a far parte a pieno titolo dei vari cicli produttivi. In ossequio alla normativa nazionale che ne regola lo smaltimento, le ceneri vulcaniche sono escluse dalle disposizioni sui rifiuti, ma serviranno ulteriori interventi normativi per disciplinare il corretto riutilizzo delle ceneri evitando che possano cagionare danni ambientali o rischi per la popolazione.
L’assessore Di Mauro, in una intervista, ha dichiarato che le ceneri dell’Etna sono destinate a diventare “una risorsa per le aziende. Era necessario un disciplinare con le opportune precisazioni di carattere operativo per il corretto riutilizzo a fini produttivi. Ora faremo partire una campagna di comunicazione per sensibilizzare anche i privati cittadini a una raccolta delle ceneri vulcaniche che ne favorisca il riuso”.
Gli enti coinvolti nel progetto
Il progetto per la raccolta e il riutilizzo della cenere vulcanica coinvolge anche Arpa, Ingv, istituzioni politiche e dipartimento di Ingegneria civile dell’Università di Catania. Al momento, però, il testo del decreto non è ancora stato pubblicato sul sito della Regione. Da tempo ormai si parla di cenere vulcanica come risorsa per il ciclo produttivo, ma è sempre mancato un intervento mirato per trasformare i buoni propositi in realtà.
Già nel mese di febbraio 2023, il comune di Zafferana Etnea, aveva chiesto al ministero dell’Ambiente riferimenti precisi “per l’autorizzazione di progetti di riutilizzo delle ceneri”, anche per sapere chi deve autorizzare cosa, senza scaricare oneri suppletivi ai Comuni. Con il nuovo decreto autorizzativo si spera di colmare una lacuna che si trascina da decenni. L’intento della regione siciliana è quello di far partire una campagna di comunicazione al fine di “sensibilizzare anche i privati cittadini a una raccolta delle ceneri vulcaniche che ne favorisca il riuso“.