La rifelssologia plantare funziona? Ecco come fare e quali sono i punti di pressione da massaggiare. La mappa dei punti di pressione.
La riflessologia plantare è una tecnica di microstimolazione applicata sui piedi, sulle mani e sulla zona auricolare. La riflessologia plantare associa a ogni piccola area i riflessi di organi, ossa o ghiandole.
Basandosi sui principi della riflessologia plantare, esercitando pressione su uno o un altro punto della pianta del piede, si potrebbe generare un beneficio a carico dell’organo connesso.
Anche se la riflessologia non è usata per curare disturbi e malattie, milioni di persone in tutto il mondo usano questa tecnica per integrare altri trattamenti. Come cura singola è sfruttata per quelle affezioni passeggere come emicrania, sindrome premestruale, sinusite, ansia, indigestione, tensioni muscolari, disturbi posturali… Se per noi italiani la riflessologia plantare può essere un’affascinante teoria, in Danimarca questa tecnica è impiegata come mezzo preventivo fino dai primi anni ’90, tanto che alcuni enti pubblici e società la propongono ai propri impiegati. Stando alle statistiche e ai dati raccolti in Danimarca, questa tecnica avrebbe portato a ridurre significativamente le assenze per malattie con forte risparmio economico per i datori di lavoro.
Per rappresentare come i sistemi del corpo umano corrispondono ai vari punti della pianta del piede, i riflessologi impiegano delle vere e proprie mappe. I riflessologi di tutto il mondo non sono riusciti ancora a trovare delle mappe comuni per mani e orecchie, tuttavia la mappa riflessologia plantare dei piedi sembrerebbe essere ormai definitiva. Ogni piede rappresenta un mezzo verticale del corpo:
La riflessologia plantare per molti aspetti può essere paragonata alla digitopressione e all’agopuntura. La riflessologia, proprio come la digitopressione e agopuntura teorizzano il trattamento di affezioni passeggere mediante la stimolazione precisa di punti anatomici. L’unico gap risiede nel fatto che i punti previsti dall’agopuntura e dalla digitopressione non sempre coincidono con i punti delle mappe di riflessologia.
Qualcuno potrebbe paragonare la riflessologia plantare al classico massaggio al piede ma qui c’è una differenza di base: i massaggiatori lavorano esercitando pressione e con movimenti circolari che vanno dall’esterno all’interno del piede. Al contrario, chi pratica riflessologia plantare esegue movimenti che vanno dall’interno verso l’esterno della pianta del piede.
Molti descrivono la riflessologia plantare come un rimedio naturale alla portata di tutti. In realtà non è così immediato capire come e dove esercitare la micropressione. Non sono poche le persone che provano la riflessologia plantare per lenire disturbi come la cervicale, la sciatica o la lombalgia.
Per autostimolare la zona riflessa, in teoria, vi basterà sfruttare la mappa del piede mostrata in alto; per l’applicazione dovrebbe essere sufficiente poggiare la gamba del piede su cui lavorare, sul ginocchio opposto e, con una mano, apporre una pressione sui punti interessati. La pressione si esercita mediante un movimento rotatorio delle dita e ben localizzato. È consigliato alternare la pressione dei punti con un massaggio rilassante globale su tutto il piede.
La durata del massaggio/microstimolazione varia dai cinque ai venti secondi per punto e complessivamente conviene non superare la durata di dieci minuti durante le prime sedute e i trenta minuti durante le sedute di riflessologia successive.
Il movimento rotatorio dovrebbe seguire un preciso senso (orario o anti-orario) in base all’effetto desiderato sull’organo. In genere, movimenti rotatori in senso orario stimolano una funzione, mentre movimenti anti-orari tendono a inibire un’iperattività. Per esempio, un massaggio nel verso orario favorisce le funzioni intestinali altrimenti le inibisce, così, chi soffre di stitichezza o stipsi, potrebbe eseguire pressione mediante un movimento circolare in senso orario nel punto 20 del piede sinistro.
Per esercitare pressione in zone localizzate, la riflessologia plantare può avvalersi di strumenti che vanno oltre le dita della mano dell’operatore che esercita. In alternativa alle dita potete sfruttare i denti di un pettine, pratica molto utile soprattutto se la pressione e il movimento rotatorio sono aiutati da una crema idratante o un olio vegetale (olio di mandorle dolci).
Prima di iniziare la stimolazione di punti precisi, effettuate un massaggio di riflessologia plantare su tutta la zona del piede: con leggeri movimenti, esercitando solo un pizzico di pressione, massaggiate dalla punta dell’alluce verso il tallone, poi in senso contrario, ripetendo per tre volte. Per completare, massaggiate ciascun dito del piede, singolarmente agendo con pollice e indice, partendo dalla base e andando verso la punta. Facendo questo, fate attenzione a tirare delicatamente ogni dito del piede.
Se sentite delle zona dure, allora insistete più volte sulla zona con una certa pressione.
La riflessologia plantare può essere sfruttata per alleviare il mal di schiena o prevenire altri disturbi legati a posture scorrette, stress, lavoro da ufficio e altri affaticamenti della colonna vertebrale. In questi casi, la mappa della riflessologia plantare suggerisce di trattare la zona compresa tra l’alluce e il malleolo interno. Poggiare le mani sul tratto interessato e procedete dal malleolo interno al bordo esterno dell’alluce e viceversa, con un piccolo sfregamento tra le due mani. Soffermatevi per una decina di secondi insistendo sui punti più sensibili. Il massaggio va ripetuto sia sul piede destro, sia su quello sinistro, seguendo i punti.
L’automassaggio con la riflessologia plantare può tornare utile anche per stimolare e rafforzare il muscolo psoas e contrastare lombalgie e dolori alla schiena. Nella mappa del piede mostrata in alto sono mostrati i punti da stimolare per rinforzare il muscolo psoas. Per maggiori informazioni vi rimando all’articolo: Esercizi per rilassare il muscolo psoas.
Molti considerano la riflessologia plantare alla stregua della stregoneria. L’argomento è molto controverso così come accade con una buona parte delle discipline raggruppate nel calderone delle “Medicine alternativa“. Non vi sono prove scientifiche che attestano la validità di questa disciplina, tuttavia, il Centro danese per le medicine alternative, nella pubblicazione “Knowledge and Research Center for Alternative Medicine” sostiene l’efficacia di tale metodo.
Quella danese non è l’unica voce del coro a favore di tale pratica. Certo, quando si cercano evidenze scientifiche che la riflessologia plantare possa guarire disturbi come il cancro, le ricerche mediche fanno acqua, ma non mancano studi che mettono in evidenza i benefici della riflessologia plantare per il rilassamento, la cura dell’ansia o per sciogliere le contratture muscolari così da alleviare i dolori legati ad affaticamento e accumulo di tensioni.
Prima del 2008 la riflessologia plantare era solo una mera teoria basata sull’ipotesi che sui piedi e sulle mani si trovino riflessi corrispondenti a tutti gli organi e le ghiandole del nostro corpo. Quella che era solo una teoria ha trovato le prime corrispondenze scientifiche con uno studio condotto nel 2008 e pubblicato sul volume 488 del Neuroscience Letters, lo studio si intitolava “Somatotopical relationships between cortical activity and reflex areas in reflexology: A functional magnetic resonance imaging study“. Lo studio ha sfruttato la risonanza magnetica per immagini e ha messo in evidenza le relazioni tra l’attività corticale e le corrispondenti zone indicate in riflessologia.