Quello agro-alimentare sembra un settore senza scrupoli. Il bestiame non trova un attimo di tregua, dalla nascita fino al momento in cui arriva nel piatto. Le industrie non si curano della salute del bestiame ma neanche di quella umana: si impiegano ormoni come il BGH e altre sostanze altamente dannose, una tra tante l’aspartame. Il settore agricolo non biologico non è più buono con la salute umana e dell’ambiente.
Utilizzano abominevoli quantità di fertilizzanti e non si fanno scrupoli con gli OGM. Insomma, della nostra salute e di quella dell’ambiente alle industrie non importa molto, ciò che conta, per loro, è far quadrare i bilanci e accumulare profitti. Allora alla nostra salute e a quella dell’ambiente in cui viviamo dobbiamo pensarci noi… iniziamo dalla filiera corta.
Molti di voi sono pigri nella lettura, quindi farò un elenco riassuntivo di come agire:
Come i farmaci ledono alla salute del feto nel grembo materno, gli ormoni somministrati alle galline si tramettono alle uova in formazione. Una banale nozione per farvi capire che nessun alimento è sicuro a meno che non provenga da un piccolo produttore. I produttori locali non mirano alla distribuzione di massa, pertanto allevamenti e coltivazioni non vengono trattate con medoti industriali; ciò significa che al bestiame non sarà somministrata una quantità massiccia di ormoni così come le coltivazioni non riceveranno quantità abnormi di pesticidi e fertilizzanti.
Il cibo che consumiamo, prima di arrivare sulla nostra tavola percorre migliai di chilometri. Questo lo rende meno sicuro e più inquinante, soprattutto quando si tratta di animali e derivati. Un numero sempre maggiore di animali è trasportato nell’Ue in condizioni in via di peggioramento. La Commissione europea prevede un rafforzamento delle norme per porre rimedio ai problemi legati al benessere del bestiame ma in attesa che soluzioni concrete possano essere trovate, è il consumatore a poter fare la differenza.
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Il bestiame è trasportato per ore e ore ammassato in box, senza acqua ne’ cibo. Spesso gli animali arrivano morti al macello ma probabilmente quel capo già deceduto arriverà ugualmente sulle nostre tavole. Per superare questo gap, la Commissione europea sta valutando di valorizzare l’importanza dei macelli locali in quanto «favoriscono mercati alimentari a filiera corta che comportano costi minori per i trasporti e meno emissioni di CO2». Ma voi lo vorreste un mattatoio fuori casa?
A questo link troverete dettagli su come vengono trattati gli animali da macello. Si tratta di una raccolta di testimonianze rilasciate dagli stessi addetti ai lavori.