Consumo condizionatore: quanto consuma il climatizzatore di casa, classico o a inverter. Come calcolare i watt assorbiti e climatizzatore ad acqua. Consigli per il risparmio dell’elettricità in bolletta.
Se l’afa estiva non fornisce tregua, niente di meglio che raffreddare l’aria domestica mediante un accorto utilizzo del proprio condizionatore.
Siete sicuri di sapere esattamente quale sia il consumo di un condizionatore? E quali sono gli elementi che possono incidere sull’assorbimento di energia di un condizionare elettrico? E, ancora, sapete come poter risparmiare sul consumo del condizionatore, in maniera tale che questo elettrodomestico non incida in misura troppo notevole sulla vostra bolletta?
Calcolo consumo condizionatore casa, ecco come fare
Se avete recentemente dato uno sguardo alle etichette energetiche dei condizionatori di casa, dovrebbe esservi saltata all’occhio la dicitura SEER: si tratta di un indicatore che misura il rapporto tra il consumo elettrico e la resa termica dell’impianto in raffrescamento (contrapposta alla SCOOP, che invece misura l’efficienza stagionale del condizionatore operante in fase di riscaldamento, calcolato nell’arco di un anno per tre differenti fasce climatiche), e che può costituire il miglior punto di partenza per poter calcolare il consumo del condizionatore.
Consumo climatizzatore
A un miglior SEER, infatti, corrisponderanno migliori classi di efficienza e, di conseguenza, minori consumi in termini di kWh/anno. Un SEER di 8,5 equivale ad esempio alla classe di efficienza A+++, con consumi stimabili in 160 kWh/anno, un SEER di 5 equivale alla classe di efficienza B, con consumi stimabili in 260 kWh/anno, mentre un SEER di 3 corrisponde a una classe di efficienza F, con consumi stimabili in 430 kWh/anno.
Per poter avere una prova di tale assorbimento energetico, dovreste munirvi di un wattmetro da applicare all’impianto, al fine di comprendere quanta elettricità consumi effettivamente il vostro condizionatore: noterete come, tranne dispersioni e altri problemi, le misure si avvicineranno a quelle teoriche in etichetta.
Consumo climatizzatore: da cosa dipende?
Fin qui abbiamo avuto modo di comprendere in che modo poter calcolare il consumo elettrico di un climatizzatore. Ma da cosa è determinato tale consumo?
Riassumere tutte le determinanti che possono influenzare l’assorbimento energetico dell’impianto non è facilissimo, ma di seguito trovate i fattori più importanti, sui quali potete focalizzare la vostra attenzione in ottica di risparmio:
- tempo di utilizzo del condizionatore;
- modalità di utilizzo effettive;
- classe energetica dell’impianto;
- caratteristiche dell’abitazione;
- costo dell’energia elettrica.
Come potrete ben immaginare, se per alcuni elementi determinanti potrete fare ben poco (come il costo dell’energia elettrica, riducibile rinegoziando il contratto con il fornitore), per altri potete certamente intervenire con piccole e grandi buone prassi quotidiane.
Per esempio, al momento dell’acquisto di un nuovo condizionatore, sarebbe opportuno cercare di scegliere impianti di classe energetica elevata, e pari ad almeno A+: a fronte di un maggiore costo iniziale, otterrete un risparmio continuo in bolletta, con consumi ridotti anche del 30-40% rispetto a impianti di vecchia generazione e appartenenti a classi energetiche più basse. Per tutte le informazioni su un acquisto intelligente vi rimandiamo alla pagina: come scegliere un buon condizionatore.
Ancora, è consigliabile evitare di esagerare con il freddo, limitando a meno di 6 gradi la differenza di temperatura tra l’esterno e l’interno, e controllare i filtri dell’impianto almeno una volta l’anno, prima dell’inizio della stagione. Fate inoltre attenzione alle eventuali dispersioni di aria e, durante le ore notturne, cercate di utilizzare la programmazione dell’impianto per poter alternare fasi di funzionamento a fasi di spegnimento, con le prime che potrebbero essere impostate in un regime di minima fruizione.
Il condizionatore si può programmare con lo smartphone
A proposito di programmazione, cogliamo l’occasione per rammentare che i moderni condizionatori hanno interessanti modalità di pianificazione gestibili interamente tramite smartphone: una buona opportunità per poter rendere più dinamica e più efficiente la fruizione dell’impianto, evitando inutili sprechi determinati dall’utilizzo del condizionatore in stanze vuote o in orari indesiderati.
Consumo condizionatore Inverter: conviene veramente?
Molti utenti si domandano se il condizionatore Inverter sia realmente il top per quanto concerne l’ottimizzazione dei consumi energetici.
In tale ambito, è bene rammentare che sebbene la tecnologia Inverter sia sicuramente utile per poter arrivare all’obiettivo di un minore dispendio di energia e di un più contenuto impatto ambientale, è anche vero che si tratta di un investimento che andrebbe valutato con attenzione, considerato che il mercato è denso di alternative, non tutte di identica bontà.
Ma quali sono le differenze tra i condizionatori Inverter e quelli “non Inverter”?
Sintetizzando, ricordiamo come il condizionatore Inverter permette di raggiungere la temperatura desiderata in breve tempo, con ottimizzazione del microclima ambientale grazie a una potenza erogata variabile, che punta – una volta raggiunta la temperatura – a mantenerla costante con il minimo dispendio. Il contenimento dei consumi energetici con i migliori impianti di questa tipologia (come i condizionatori Daikin, o ancora quelli Valliant) può arrivare a superare oltre il 50% in condizioni ideali e per i modelli più nuovi.
Condizionatore, potenza e BTU
Per quanto concerne la loro potenza, è importante assicurarsi che l’unità sia sufficientemente “capace” di raggiungere picchi massimi in breve tempo, considerato che il microprocessore Inverter ha come obiettivo quello di portare l’ambiente quanto prima alle temperature desiderate, per poi agire con velocità di “crociera” e di mantenimento. Per questo motivo è consigliabile – tranne che l’ambiente non lo richieda – munirsi di un condizionatore 12000 Btu o almeno di un condizionatore 9000 Btu, che possa consentirvi di raggiungere l’obiettivo in tempi rapidi, conservando poi la temperatura desiderata con maggiore facilità.
Ad ogni modo, attenzione a non compiere scelte troppo superficiali: il condizionatore Inverter fornisce il meglio di se per utilizzi prolungati, mentre per utilizzi molto radi potrebbe essere una spesa anche eccessiva, rendendo pertanto difficile declamare una regola generale in tal materia.
Condizionatore ad acqua: come funziona e quali sono i vantaggi
Molte persone si domandano se il condizionatore ad acqua sia effettivamente in grado di rappresentare una valida mano d’aiuto per poter arrivare al risparmio energetico nell’utilizzo degli impianti di riscaldamento e di raffreddamento della temperatura domestica. Ma quali sono gli elementi che differenziano i condizionatori ad acqua da quelli “tradizionali”?
La ragione che rende diversi i condizionatori ad acqua è intuibilmente rappresentata dalla presenza dell’acqua all’interno dell’impianto, utile per poter raffreddare il gas che funziona come fluido termovettore e permette la generazione di freddo o caldo nella misura desiderata. L’efficienza ottenuta mediante tale processo, sugli impianti di nuova generazione, è piuttosto elevata: il fatto che non necessitino di un’unità esterna può inoltre conferire il non sottovalutabile valore aggiunto di costituire una valida soluzione nelle zone che sono caratterizzate da regolamentazioni in tema di facciate (come nei centri storici).
I difetti? Sono mediamente più rumorosi rispetto a quelli ad aria, sebbene gli impianti più moderni abbiano compiuto grandi passi in avanti anche sul fronte della silenziosità.