Visto il deludente incontro avvenuto con rappresentanti dell’ambasciata Ucraina sulla strage di randagi perpetrata in vista di Euro 2012 gli animalisti organizzano una manifestazione di piazza a Roma Il Consiglio Comunale di Roma aveva votato una mozione in cui si chiedeva lo stop al massacro sistematico di cani e gatti randagi, ottenendo un appuntamento con l’ambasciatore per una delegazione che, oltre ad alcuni rappresentanti politici comprendeva anche i presidenti delle maggiori associazioni animaliste italiane, Enpa, Lav, Oipa, nonchè Volontari del Canile di Porta Portese.
LA BEFFA
Come prima cosa, tuttavia, al momento dell’incontro l’ambasciatore dell’Ucraina non si presenta, impegnato, a dire del funzionario di secondo livello che lo sostituisce, in «affari importanti».
Il medesimo funzionario, quindi, prima elenca la bontà delle leggi ucraine in materia di tutela degli animali, poi chiede alla delegazione presente di produrre un documento sugli avvenimenti che, da mesi, invadono la rete, documentati con foto, filmati e testimonianze, come se scoprisse il problema in quel momento. Infine, si spinge a dire che «la strage dei cani potrebbe essere una montatura messa in piedi per finalità politiche». Dimenticando, però, che lo stesso ministro dell’Ambiente ucraino ha denunciato la soppressione dei randagi, che indigna la parte più sensibile della popolazione del Paese. Pronta una manifestazione per il 5 maggio a Roma Vista l’inutilità di continuare il colloquio con un interlocutore «palesemente ostruzionista», la delegazione e le associazioni hanno ribadito il loro impegno a continuare la mobilitazione a favore dei cani, annunciando ogni forma possibile di boicottaggio degli europei. L’appuntamento è stato fissato il prossimo 5 maggio alla manifestazione nazionale di protesta, a Roma in piazza del Pantheon, già autorizzata dalla Questura.
Da censurare con assoluta fermezza il comportamento della consigliera comunale aggiunta per l’Ucraina, signora Kuzyk la quale ai microfoni di «Striscia la notizia» ha affermato che «quello che accade in Ucraina accade anche in Italia» «Ci auguriamo -affermano gli animalisti- che il Comune di Roma censuri una tale affermazione che tende a gettare discredito su un Paese da anni impegnato nella tutela degli animali. Per parte loro, le Associazioni daranno mandato ai propri legali per valutare l’opportunità di procedere per diffamazione e calunnia contro le irresponsabili e denigratorie asserzioni della disinformata consigliera». Il funzionario di II° livello dell’ambasciata ucraina ha tentato di difendere il proprio Paese, affermando che aveva aderito alla Convenzione del Consiglio d’Europa per la protezione degli animali da compagnia. Peccato però che tale firma, risalente al 5 luglio 2011, non sia stata seguita nè dal necessario atto di ratifica, nè dalla sua entrata in vigore a livello nazionale.