L’inquinamento atmosferico è formato da diverse componenti: monossido di carbonio, ossidi di azoto e zolfo, idrocarburi incombusti, polveri, metalli pesanti (piombo, cadmio, arsenico, etc.), prodotti dalle emissioni degli impianti industriali, dal riscaldamento, dal traffico veicolare (consumo di motori, freni, frizione e pneumatici).
Quanto incide il traffico veicolare sulla nostra salute?
In particolare, le polveri che derivano dal traffico automobilistico e che vengono indicate con PM10, PM2,5 e PM0,1 (sigla che sta per “Particulate Matter” con dimensioni rispettivamente sino a 10, 2,5 e 0,1 millesimi di millimetro) sono microscopiche particelle solide che, se inalate, sono in grado di penetrare a fondo nel nostro organismo, insediandosi direttamente nei polmoni (PM10), negli alveoli polmonari (PM2,5) o nel sangue (PM0,1).
Queste sostanze sono dannose?
Certo, non è facile calcolare il numero esatto di decessi dovuti all’inquinamento dell’aria, anche perché gli inquinanti non uccidono direttamente: è stato dimostrato però che, penetrando nel sangue e attivando il meccanismo della coagulazione, aumentano l’incidenza di malattie cardiovascolari (infarto, ictus cerebrale, trombosi venosa, embolia polmonare), l’insorgere di ischemie e aritmie, talvolta anche mortali.
A complicare ulteriormente le cose c’è il fatto che non tutte sono state oggetto di studio allo stesso modo negli anni: mentre alcune si conoscono da anni, come il benzo(a)pyrene, l’arsenico e il piombo, ed è ormai certo che favoriscano l’insorgere di tumori, di altre, la cui scoperta e rilevazione sono più recenti (ad esempio il PM2,5 e il PM0,1), ancora non si conosce l’esatta portata dei possibili danni sull’organismo.
Come spesso accade, i soggetti più a rischio sono anziani e bambini, più esposti a malattie cardiovascolari, asma e bronchiti croniche.
Qual è la componente più nociva?
Una delle componenti più nocive dell’inquinamento è senza dubbio il PM10, da anni ben oltre ai limiti imposti per legge dalla Comunità Europea (40 µg/m3 di media annuale).
PM10: quasi il 40% delle polveri generate dal traffico non dipendono dalla combustione, ma dall’usura di freni e pneumatici e dal sollevamento delle polveri dal suolo.
In particolare, il consumo di freni e pneumatici da solo contribuisce per il 16%, mentre un altro 20% è formato dal semplice passaggio dei veicoli che sollevano da terra polveri già depositate al suolo.
Basti pensare che è stato calcolato che se tali limiti venissero rispettati, si avrebbe un risparmio netto annuo di 19 milioni di euro per mancati ricoveri ospedalieri e di ben 227 decessi in meno.
Il traffico limitato,(Area C) è fondamentale?
Ben venga,l’Area C, se, come dicono i dati diffusi dall’Arpa sulle prime tre settimane di sperimentazione, contribuisce a far restare in garage più di un terzo delle automobili che circolavano prima della sua introduzione, 40.000 veicoli in meno ogni giorno per le strade cittadine, automobili che altrimenti intaserebbero le nostre strade ed i nostri polmoni.