Come potete facilmente intuire, la pressione della caldaia è uno degli elementi fondamentali per poter assicurare a questo impianto un corretto funzionamento. In altri termini, una pressione troppo bassa o una pressione troppo alta possono costituire una determinante di importanti malfunzionamenti, fino a giungere addirittura al blocco dell’intero impianto.
Ma quanto deve essere forte la pressione della caldaia? E che cosa avviene se la pressione è troppo alta? Cerchiamo di scoprirlo insieme a voi in questo breve approfondimento a un tema che vi consigliamo di conoscere meglio, quale quello della manutenzione della caldaia, al fine di evitare guai e rotture all’unità di riscaldamento.
Quanto deve essere la pressione ideale della caldaia? E come sapere se la caldaia funziona correttamente?
In primo luogo, ricordiamo che la pressione della caldaia deve essere compresa tra 1.5 e 2 bar: sebbene la pressione ideale possa dipendere dalle indicazioni del produttore (a tal fine, date uno sguardo al libretto dell’unità), solamente in questo modo sarà garantita una corretta erogazione di acqua calda, sia per i rubinetti che per il riscaldamento. Non solo: solamente con una pressione della caldaia compresa nel range sopra indicato riuscirete a evitare di pesare troppo gravemente sulla vostra bolletta, dando così seguito a consumi regolari.
Chiarito quanto precede, evidenziamo come – fortunatamente – controllare il livello della pressione della caldaia sia molto semplice: è infatti sufficiente consultare il barometro che è generalmente presente nella parte anteriore della caldaia. Se non lo individuate, non perdetevi d’animo: date una consultazione al libretto delle istruzioni della caldaia, e siamo certi che riuscirete in breve tempo a scorgerlo correttamente.
Il suo aspetto, d’altronde, lascia ben poco spazio all’immaginazione: il pressometro ha generalmente l’aspetto di un orologio con una sola lancetta, e si trova di norma sulla facciata della caldaia, indicando i bar con valori numerici. I valori che permettono un funzionamento regolare dell’impianto sono quelli intorno a 1,5 bar, mentre più ci si allontana da questo livello ideale, e più saranno elevate le probabilità di un problema all’impianto.
Di solito ci si rende conto che ci sono dei problemi nella pressione della caldaia non in sede di periodica manutenzione (situazione che, purtroppo, molto spesso viene trascurata dai proprietari di abitazioni), quanto soprattutto quando ci sono evidenti problemi nel flusso di acqua calda.
In tal merito, i problemi più comuni sono generalmente rilevati non con la pressione alta, bensì con la pressione bassa: si pensi alla scarsa emissione di acqua calda, che potrebbe essere appunto determinata da una pressione insufficiente, o comunque inferiore rispetto a quanto desiderabile.
Passando ai problemi legati in maniera più specifica alla pressione alta della caldaia, di norma se si nota una simile situazione sarà sufficiente aprire la valvola di sfogo che è situata sul fondo della caldaia: in questo modo riuscirete a liberare il circuito idraulico della caldaia e l’impianto dell’acqua in eccesso, che incrementa la pressione.
Anche in questo caso, rammentiamo come individuare la valvola di sfogo sia piuttosto semplice. Nella maggior parte dei casi si tratta di una vera e propria valvola con un piccolo manubrio che andrà girato nel senso indicato. Altre volte potrebbe invece esserci un tubo “strozzato” che contiene una valvola interna raggiungibile con un cacciavite, che dovrete utilizzare per poter fare una lieve pressione.
Ad ogni modo, quel che possiamo condividere in conclusione con voi, è che anche se può sembrare apparentemente molto semplice intervenire a regolare la pressione della caldaia, è opportuno limitarsi a contattare una persona abilitata qualora i più semplici rimedi sopra esposti non siano sufficienti per poter tornare a disporre di una pressione regolare.
Solamente un tecnico esperto potrà infatti cercare di garantirvi il miglior funzionamento della caldaia e delle sue componenti. Pertanto, se avete dubbi o non sapete “dovete mettere le mani”, non operate: correrete infatti il rischio di eseguire delle operazioni sbagliate, causando potenziali danni invece di risolvere il problema.
Meglio dunque contattare il tecnico installatore e o una specifica assistenza!
Sfiatare i termosifoni è un’operazione davvero molto semplice, che vi consigliamo di fare almeno una volta all’anno (di solito, si fa all’inizio di ogni stagione fredda), anche se apparentemente l’impianto non fornisce alcun segno di malfunzionamento.
La presenza di bolle d’aria nell’impianto di riscaldamento è infatti in grado di abbassare l’efficacia termica dei radiatori, che rimarranno più freddi del dovuto, incrementando il consumo della caldaia e di conseguenza i costi del gas.
Introdotto ciò, vi rammentiamo che per effettuare una simile operazione vi servirà unicamente una bacinella (o altro recipiente che possiate avere a portata di mano).
Fatto ciò, controllate che i termosifoni siano aperti, ruotando la manopola di cui è dotato ogni calorifero, fino alla fine della corsa. Individuate poi la valvola di sfiato del termosifone, che è di norma posizionata nella parte alta del calorifero, dal lato opposto a quello di apertura e chiusura, e allentatela.
A questo punto, noterete che lentamente cominceranno a uscire fuori aria e gocce d’acqua, fino a quando non verrà fuori un getto costante: è il segnale che la bolla d’aria sta per esaurirsi.
Successivamente, il passaggio che dovrete fare è quello di verificare la pressione della caldaia. Controllate dunque che il manometro – che serve a misurare la pressione dell’acqua – riporti la freccetta posizionata tra il numero 1 e il numero 2. Se così non fosse, aprite con cautela il rubinetto di carico dell’acqua che solitamente è posto sotto la stessa caldaia.