L’emergenza Covid-19 ha comportato l’aumento di produzione di mascherine, guanti di lattice, protezioni sanitarie, kit veloci per test antigenici e altri oggetti utilizzati dagli operatori sanitari per la prevenzione virale. La produzione massiccia e l’utilizzo costante degli oggetti sopra elencati, ha contribuito di conseguenza all’aumento dei consumi in plastica. Il numero considerevole dei rifiuti in plastica dovuti dall’emergenza Covid, per molti, preannuncia un considerevole danno ambientale.
L’inquinamento Covid: tonnellate di rifiuti di plastica ricoprono il mare. Mascherine e guanti medici uccidono la natura
Una ricerca, pubblicata dalla rivista PNAS (Organo ufficiale della United States National Academy of Sciences), calcola che durante la pandemia sono stati prodotte almeno 25.900 tonnellate di rifiuti di plastica, ovvero l’equivalente di 2000 autobus a due piani.
Ovviamente una parte di queste plastiche è finita nell’oceano, aggravando ulteriormente la situazione. Sembra che ancora nessuno si sia reso conto della pericolosissima crisi climatica che il mondo sta affrontando. Tra parate e cortei per la salvaguardia del pianeta, purtroppo non esiste ancora consapevolezza del problema e dell’autodistruzione che l’uomo si sta infliggendo.
I rifiuti di plastica non smaltiti costituiscono un pericolo non indifferente per il clima, questo si è sempre saputo, ma tutti quei dispositivi di plastica protettivi anti-covid hanno superato di molto la capacità di essere trattati correttamente come rifiuti. I ricercatori stimano: 8,4 milioni di tonnellate di rifiuti plastici da 193 paesi. Purtroppo l’enorme produzione di plastica per i dispositivi di sicurezza personali è sfuggita completamente di mano.
La plastica di questi oggetti – mascherine e oggetti in lattice – dispersa in mare, distrugge l’habitat naturale marino. Le microplastiche sono il veleno dell’oceano: l’ingerimento di questi materiali distrugge la catena alimentare degli animali. Una ricerca di alcuni mesi fa ha riportato il primo caso di pesce intrappolato in un guanto medico, ritrovato durante la pulizia di un canale a Leiden (Paesi Bassi). Un pinguino ingerisce una maschera protettiva PFF-2 in Brasile. Il 46% dei rifiuti di plastica mal gestiti proviene dall’Asia, il 24% dall’Europa e dal Nord e Sud America il 22%. L’87,4% dei rifiuti in eccesso viene dagli ospedali.