La criogenesi e la criopreservazione dei corpi potrebbero dare vita ad un aspro dibattito di ordine etico e morale: le sfide che ci attendono
Se la criogenesi in passato era considerata solo una pratica fantasiosa da film di fantascienza, adesso può davvero diventare realtà grazie all’evoluzione della tecnologia. Si tratta della pratica di congelare tessuti di esseri viventi (o addirittura anche l’intero corpo), per poterlo poi “riesumare” o riportarlo in vita dopo averlo conservato a basse temperature.
Va chiarito che il livello di conoscenze finora acquisite, non ci consente di poter fare questo, o quantomeno non ancora, ma in futuro tutto ciò potrebbe diventare realtà. Per tantissimi anni la criogenesi è stata oggetti di dibattiti all’interno della comunità scientifica, diventando anche strumento di speculazioni.
Ma la tecnologia attuale avrebbe già le basi scientifiche per attuare la criogenesi, con tutti i suoi potenziali vantaggi e svantaggi. L’assunto base della criogenesi è che le cellule, i tessuti e gli organismi si possono conservare a temperature estremamente basse (-196°C) senza subire danni.
Questo accade perchè un essere vivente rallenta tutti i suoi processi biologici come il metabolismo, evitando così la decomposizione e la morte cellulare. Grazie a queste consapevolezze si sono sviluppate alcune applicazioni come la conservazione di alimenti e la preservazione di spermatozoi e ovociti per la fecondazione assistita.
L’idea di poter conservare per intero gli esseri umani, in modo da poterli riportare in vita in un futuro lontano, rimane però una chimera anche se di criopreservazione umana si parla ormai con grande frequenza, a tal punto da assurgere al ruolo di un vero e propri elisir di vita eterna e di un obiettivo concreto per la scienza per sconfiggere definitivamente la morte.
La criopreservazione umana è ancora in fase sperimentale, con molte sfide scientifiche e tecniche da affrontare. Oggi abbiamo la certezza che la crioconservazione causa importanti lesioni cellulari che possono verificarsi durante il processo di congelamento e di riscaldamento successivo, in grado di danneggiare irreparabilmente il DNA.
Ecco perchè sono stati sperimentati processi evoluti di criopreservazione, tra cui la vitrificazione che previene la formazione di cristalli di ghiaccio all’interno delle cellule. Se questa tecnica venisse perfezionata, si aprirebbe un dibattito scientifico ed etico non di poco conto, anche sul tema complesso del diritto alla vita e alla morte e all’eventuale divario che potrebbe sorgere tra ricchi (che potrebbero permettersela) e poveri.
Sicuramente la criogenesi rappresenterà anche in futuro una risorsa importante per le ricerche mediche, ma potrebbe anche offrire una possibile opzione per coloro che desiderano conservare il loro corpo per motivi squisitamente personali o spirituali.
L’idea di crioconservare corpi o tessuti rimane ancora un’ipotesi che si presterà a notevoli implicazioni di ordine etico e scientifico, anche per via dei numerosi ostacoli tecnici che dovranno essere affrontati. Di sicuro la ricerca e lo sviluppo nel campo della criogenesi proseguirà, anche se il futuro è tutto ancora da scrivere.