Cyber-piante per monitorare cambiamenti climatici e inquinamento

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Grazie a un nuovo interessante progetto finanziato dall’Unione Europea con fondi per un milione di euro, le piante saranno davvero in grado di “parlare” come nei film di fantascienza, comunicando agli scienziati dati cruciali sugli effetti dei cambiamenti climatici e sui livelli di inquinamento. Le cyber-piante finanziate dall’UE nell’ambito del progetto PLEASED, PLants Employed As SEnsing Devices, nascono per sfruttare le capacità innate dei vegetali, in grado di trasmettere dei segnali elettrici quando sono esposti a determinati stimoli.

Le prime fasi dell’esperimento prevedono la classificazione di tutti i segnali elettrici inviati dalle piante, finalizzata alla comprensione dei fattori scatenanti. Come ha sottolineato Andrea Vitaletti, coordinatore del progetto Pleased:

Se la comprensione è il primo passo necessario per cambiare, le piante possono aiutarci fornendoci uno strumento prezioso per capire meglio e monitorare il nostro ambiente. Osservando dei segnali generati dalle piante siamo in grado di risalire agli stimoli che li hanno generati, con una buona qualità. Dopo che i segnali sono stati letti senza essere stati distorti e eventualmente amplificati, vengono digitalizzati. Ovvero un segnale che è analogico e che varia nel tempo viene trasformato in numeri.

Dall’analisi degli stimoli che portano le piante a emettere segnali specifici, i ricercatori creeranno un classificatore capace di associare a ciascuno stimolo il fattore scatenante corrispondente. Il classificatore così elaborato sarà alla base di una tecnologia da integrare alle piante, per creare dei veri e propri rilevatori organici. Le piante sono le candidate ideali ad assolvere il compito di monitoraggio dell’ambiente, perché sono economiche, si trovano dappertutto, sono resistenti e riescono a misurare più parametri contemporaneamente.

Oltre a rivelare i dati sui cambiamenti climatici e i livelli di inquinamento, le cyber-piante potrebbero essere impiegate nella certificazione dell’agricoltura organica e in agronomia. Si potranno monitorare i livelli di ozono, il grado di intossicazione chimica dei terreni e tanti altri parametri. Le piante tra loro parlano e comunicano per lanciarsi degli avvertimenti sull’ambiente circostante. Interpretare con maggiore precisione il loro linguaggio rappresenterebbe una svolta per la ricerca biologica.

Il progetto PLEASED ha già dato i suoi primi frutti: i ricercatori italiani del Wlab, in collaborazione con un’équipe di scienziati spagnoli e inglesi, hanno creato due sensori da integrare alle piante: il primo denominato PLANTSENSE e il secondo basato su Arduino. La commissaria UE per l’agenda digitale Neelie Kroes ha dichiarato tutta la sua soddisfazione per i primi incoraggianti risultati ottenuti dal Wlab:

Sono orgogliosa per il sostegno che i fondi UE stanno dando al lavoro di questi biologi e ingegneri informatici e allo sviluppo delle piccole imprese più innovative e ai centri di ricerca migliori d’Europa.

Fonte greenstyle.it

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