E’ un isotopo radioattivo, è il Polonio-210 e si trova nelle sigarette. In tutto il mondo i fumatori consumano quasi 6.000 miliardi di sigarette all’anno, e ciascuno di essi, insieme al monossido di carbonio, introduce nei propri polmoni anche una piccola quantità di Polonio-210, un vero e proprio veleno.
Nel caso di una persona che fuma un pacchetto e mezzo di sigarette al giorno, boccata dopo boccata, essa accumulerà nei polmoni, tanto veleno fino a raggiungere l’equivalente radioattivo di 300 radiografie toraciche all’anno. Sebbene il polonio possa anche non essere il principale elemento cancerogeno contenuto nel tabacco delle sigarette, questo rappresenta un fattore di rischio molto elevato: solo lo scorso anno, negli Stati Uniti, il polonio-210 ha provocato migliaia di decessi.
Questi decessi potrebbero essere evitati con semplici precauzioni di parte dell’industria del tabacco. Per motivi economici, fino a questo momento le industrie del tabacco hanno deciso di non agire ma presto potranno essere costrette a rimuovere il pericoloso isotopo radioattivo dai loro prodotti. Perché?
L’amministrazione Obama, tra le riforme introdotte, ha spostato l’amministrazione dell’industria del tabacco, sotto la legislazione della Food and Drug Administration, la stessa che tutela la salute del pubblico effettuando controlli sui farmaci e sugli alimenti. In tal modo la Food & Drug Administration potrà costringere i colossi del tabacco a rimuovere il polonio dal fumo di sigaretta così da renderle meno mortali.
Ma come arriva il polonio nelle sigarette? Domanda più che lecita. Tutto parte dalle piantagione di tabacco, queste accumulano piccole concentrazioni di polonio-210, cioè un isotopo radioattivo prodotto dai fertilizzanti. In tal modo i fumatori inalano il polonio che si fissa nei polmoni e può provocare cancro, tanto che i suoi effetti mietono ogni anno, fino a migliaia di vittime solo negli Stati Uniti.
E’ da decenni che l’industria del tabacco conosce le procedure per eliminare il polonio dalle sigarette ma fino ad oggi non ha fatto nulla. Toccherà alla statunitense Food and Drug Administration a tutelare la salute dei consumatori e ad esigera una condotta più responsabile da parte dei colossi del tabacco.