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Categorie Ricerche

Fuori di testa o fuori di pancia? Guarire disturbi del comportamento con gli psicobatteri

Pubblicato da
Eliana Cortez

psicobatteri

E’ ormai risaputo che l’intestino è considerato come un “secondo cervello” grazie alla sua ricca rete di neuroni “autonomi ed indipendenti”, tanto da creare una popolazione cellulare a parte, un tessuto organico, un sistema denominato MICROBIOMA.

L’intestino è l’organo a contatto con l’ambiente esterno più esteso del nostro corpo (con una superficie pari ad un campo di calcio) ed il più popolato (ospitando 100 trilioni di batteri, più di 10 volte il numero di cellule dell’intero corpo umano).

Da anni sappiamo quanto la serotonina sia implicata nello sviluppo delle reazioni infiammatorie cutanee, polmonari e gastro-enteriche; ora sappiamo anche che modificazioni dell’habitat batterico intestinale possono portare alla normalizzazione delle alterazioni comportamentali, ma solo se il nervo vago (una delle più importanti connessioni nervose tra cervello e intestino) rimane integro.

Si può dire che ora, una volta scoperta la linea telefonica lenta (via cavo) di comunicazione tra intestino e cervello, dobbiamo capire come comunicare velocemente in wireless, ad alta velocità, e la Serotonina sembra uno dei più promettenti e rapidi modulatori dei disturbi cerebro-intestinali.

Cervello e intestino, infatti, condividono onori e oneri dell’infiammazione “silente”, legata a quella miriade di citochine (sostanze infiammatorie) che in modo subdolo ma costante sollecitano giorno dopo giorno tutti i nostri organi.
Una delle possibili dimostrazioni è data da studi multidisciplinari tra psichiatri, gastroenterologi e immunobiologi, che hanno usato proprio le piastrine come “elementi specchio dei neuroni”. Infatti, queste preziose cellule del sangue, che si credevano deputate solo alla coagulazione, hanno dimostrato affinità biologiche sorprendenti con molti recettori neuronali, come quelli per la Serotonina.

Un approfondito studio sui lipidi di membrana delle piastrine (definite “ambasciatrici del cervello” e “neuroni circolanti”) ha permesso quindi di classificare e differenziare soggetti con depressione maggiore da quelli con depressione bipolare o altri disturbi comportamentali. Saremo di fronte a innovative possibilità di misurare dei fenomeni comportamentali con anticipo forse sulla loro espressione clinica e di ripensare la prevenzione.

Dati allarmanti parlano di una “epidemia silenziosa” di disturbi mentali nei paesi ad alto reddito, evidenziata dalla crescente percentuale di casi di tentato suicidio, comportamenti autodistruttivi e difficoltà nella gestione della sfera emotiva già negli studenti universitari. Alla Stanford University (vedi), dal 2008 al 2012, i casi sono aumentati dal 104% al 157%, e le previsioni sono ancora meno rosee.

Secondo un rapporto dell’Harvard School of Public Health e del World Economic Forum, recentemente ripreso dall’Economist in un articolo intitolato “Mental illness. The age of unreason”, tra il 2011 e il 2030 il costo delle malattie mentali in tutto il mondo sarà di oltre 16 trilioni di dollari in termini di mancata produzione, molto maggiore delle patologie oncologiche, cardiovascolari, respiratorie croniche e del diabete.

Ecco allora che tutto ciò che porta alla possibile prevenzione di questi disturbi acquisisce una importanza notevole e il controllo dell’infiammazione intestinale sembra essere uno degli strumenti più efficaci per una corretta prevenzione.

Le reazioni ai lieviti e le alterazioni del microbioma sono state dimostrate tra le possibili concause dei disturbi psichiatrici, ma alcuni probiotici sono stati definiti simpaticamente “Psicobatteri”, perché dotati di proprietà ansiolitiche ed antidepressive:

  • il Bacteroides fragilis, la cui carenza pare collegata ai disordini intestinali negli autistici;
  • il Bifidobacterium longum, in grado di alleviare lo stress psicologico e migliorare lo stato di umore anche in soggetti sani;
  • il Lactobacillus rhamnosus, in grado di ridurre lo stress indotto dal cortisone e le forme di depressione ed ansia correlate;
  • il Bifidobacterium infantis in grado di normalizzare parametri neurologici ed immunologici, oltre ad avere effetto antidolorifico intestinale, e altri “amici dell’umore” coi quali dovremo presto familiarizzare, per contrastare il prima possibile gli indelebili danni dell’infiammazione.

È quindi fondamentale nutrire la flora intestinale, dall’infanzia alla vecchiaia, perché i nostri due cervelli, uno nella testa e l’altro nella pancia hanno entrambi bisogno del proprio nutrimento vitale, per non andare “fuori”.