Uno sciopero della benzina per protestare contro il caro carburanti. A indirlo non sono gli autotrasportatori, ma l’Automobile Club Italiano. L’ACI invita per la giornata del 6 giugno tutti gli automobilisti a non effettuare rifornimenti.
La protesta richiede infatti a tutti di fare lo sforzo di non acquistare la benzina per un giorno intero, organizzandosi a dovere e diffondendo la voce il più possibile. Una iniziativa strategica per far capire al governo le conseguenze delle scelte compiute sull’auto che stanno mettendo in ginocchio un settore strategico per il Paese.
L’Automobile Club d’Italia sottolinea l’insostenibilità economica e sociale dell’attuale pressione fiscale sui veicoli che ha scatenato una raffica di aumenti: nel 2012 una famiglia spenderà per l’auto 1.680 euro in carburante, ai quali vanno aggiunti 715 € per l’assicurazione, 270 € per la manutenzione, 220 € per parcheggi e garage, 190 € per pedaggi, 120 € per le multe e un insieme di altri costi per un totale complessivo di oltre 3.500 euro a fronte dei 3.278€ del 2011.
Il dubbio è se lo sciopero della benzina possa funzionare davvero: tantissimi italiani non hanno alternativa se non il proprio mezzo per raggiungere il posto di lavoro o per spostarsi. Pero, negli Usa – fanno notare dall’Automobil Club – un’iniziativa simile nel 1997 fece scendere il costo della «verde» di 30 centesimi in meno di 24 ore.
Oltre alle problematiche economiche del caro benzina, bisognerebbe anche pensare all’inquinamento ambientale e alle sue conseguenze. Riflettere sul tempo speso inutilmente in coda in mezzo al traffico. Ricordare, infatti, che l’inquinamento uccide più degli incidenti stradali.
Il 6 giugno lasciamo le macchine al parcheggio e approfittiamone per sbrigare le nostre faccende in bicicletta. In questo caso faremo del bene non solo a noi stessi ma anche all’ambiente.
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Arianna Masia & Anna De Simone