L’ecologia sempre più al centro delle attenzioni di Google. Il più grande motore di ricerca al mondo ha infatti creato una serie di app con le quali offrire dei suggerimenti ai navigatori per indirizzarli verso servizi più green.
Tra le app introdotte dal motore di ricerca, quella di Google Flights che propone offerte di viaggi e recentemente indica le emissioni di CO2 prodotte per ogni persona in volo.
Secondo le indiscrezioni, Google Maps offrirà invece percorsi meno inquinanti.
Un’iniziativa con la quale sottolinea Sundar Pichai, direttore generale di Google, si punta “a ridurre di un milione le tonnellate di CO2 emesse annualmente: l’equivalente di 200.000 macchine in meno per strada”.
La direzione ha presentato tutte le novità nell’ambito del meeting “Sustainable with Google 2021”, illustrando le nuove strategie green. Tra le quali anche nello shopping online dove Google “aiuterà le persone a fare scelte sostenibili anche al momento dell’acquisto di grandi elettrodomestici, come forni o lavatrici: l’app Google Shopping mostrerà automaticamente le opzioni più convenienti e sostenibili”.
Tra gli altri obiettivi e le ricerche promosse dall’azienda californiana, quello di rendere più efficiente il sistema dei semafori. Lo stesso Pichai ha infatti annunciato di studiare con l’aiuto dell’Intelligenza Artificiale (IA) sistemi di previsione dell’andamento del traffico, in modo da impostarli per non fare aspettare troppo le automobili al semaforo.
Gli itinerari ecologici di Google
“Per ora abbiamo rilevato una riduzione del 10-20% nel consumo di carburante e nel tempo di attesa agli incroci. Abbiamo testato questo sistema in Israele, e a breve esporteremo il progetta pilota a Rio de Janeiro”. Dichiara Pichai.
Tra le nuove funzioni, quella dei tragitti più ecologici per cui la App di Map, può anche mostrare il percorso più ecologico verso la destinazione preferita. Secondo i dati, questa nuova funzionalità si tradurrebbero in oltre 200.000 auto in meno su strada. Un percorso non più veloce, ma più ecologico. Gli stessi utenti potranno vedere anche una stima di quanto CO2 viene risparmiato sul percorso calcolato da Google Maps.
Google e cambiamenti climatici
Tra le precedenti iniziative, Google si era impegnato nella lotta all’emergenza mondiale legata dal dramma dei cambiamenti climatici e dei disastri ambientali senza precedenti.
In quest’ottica, l’azienda ha lanciato il progetto “Restor”, fondato da Crowther Lab e alimentato da Google Earth Engine e Google Cloud.
Con lo scopo di sostenere la salvaguardia dell’ambiente e del ripristino degli ecosistemi danneggiati da episodi avversi, il progetto permette di analizzare il potenziale riassetto di qualsiasi territorio, fornendo dati accurati su qualsiasi area.
Grazie ai dati raccolti e alle informazioni del progetto Restor, è possibile individuare determinate aree per il loro riassetto e selezionare le piante che possono essere coltivato.
Al contempo, la piattaforma offre l’opportunità di scambio e collegamento tra professionisti, rendendo progetti visibili anche per possibili finanziatori.
Google per l’ambiente
In linea con la transizione ecologica e la vasta campagna di sensibilizzazione, Google Earth ha introdotto una nuova funzione intitolata “Google Earth Timelapse” con la quale vedere come è mutato il pianeta negli ultimi 37 anni.
Un arco temporale con il quale vedere lo sviluppo urbano, i mutamenti del pianeta anche per effetti del cambiamento climatico.
La funzione ha infatti diverse sezione tematiche, come “Ghiacciai” o “Foreste”, “riscaldamento globale” con le quali vedere diversi tipi di trasformazioni.
Un progetto che ha usato 24 milioni di foto satellitari dal 1984 ad oggi, ben 20 milioni di gigabyte, processati in 2 milioni di ore di lavoro da migliaia di macchine del Cloud di Google.
Dati raccolti da Google Earth, dai satelliti Landsat della NASA e dell’US Geological Survey (USGS) e dalla missione Sentinel-2 del programma di osservazione Copernicus dell’Agenzia Spaziale Europea.
Infine, per quanto riguarda l’ambiente, nel 2020, l’azienda aveva annunciato che entro il 2030 s’impegna a utilizzare esclusivamente energia che non emette CO2.