L’esercito russo ha bombardato la sua casa a Markhalivka, a sud ovest di Kiev, togliendogli praticamente tutto: tra le macerie, Igor Mozhayev, ha trovato i cadaveri di sua moglie, di sua figlia di appena 12 anni, di sua suocera e di due suoi generi. Tutte le persone presenti in casa al momento dell’attacco sono morte, tranne lui. Mentre girava disperato in quella devastazione ha trovato il suo gatto Mishka che in qualche modo è sopravvissuto. La foto che ritrae il loro abbraccio, scattata da un fotografo che sta documentando i crimini di guerra commessi dai soldati russi, è diventata uno dei simboli di questa assurda invasione.
Igor ha raccontato a un quotidiano locale che due dei suoi nipoti, di sette e otto anni, sono scampati all’attacco perchè in quel momento non si trovavano in casa. Sua figlia Masha, invece, costretta su una sedia a rotelle a causa di un incidente, non è sopravvissuta.
“Questa è la sua sedia, di giorno è sempre seduta qui” ha detto il 54enne al Washington Post, con la voce spezzata dal dolore, mostrando la sedia a rotelle trovata tra i detriti.
Igor ha riportato diverse ferite, ma le sue condizioni sono buone: “Pensavamo di essere al sicuro dalla guerra qui: c’è stato un forte rumore e poi un’esplosione”, ha raccontato il 54enne. “Mi sono svegliato sepolto sotto le macerie.”
A tirarlo fuori da lì sono stati alcuni vicini che hanno provato a salvare anche le altre persone presenti in quel momento in casa, senza però riuscirci.
Zona residenziale sotto attacco a Markhalivka: “E’ un crimine di guerra”
L’esplosione che ha raso al suolo l’edificio è stata così potente da causare ingenti danni ad altre cinque case nelle vicinanze, una persona è rimasta ferita in modo lieve.
A occuparsi ora di Igor e di ciò che resta della sua famiglia è un cappellano dell’esercito ucraino, Mykola Medynsky, che sin dalle prime ore dall’inizio dell’invasione si è attivato per aiutare il popolo ucraino: “Scendiamo negli scantinati dove le persone si stanno nascondendo e offriamo il nostro supporto” ha raccontato Mykola.
“In tantissimi sono in un grave stato d’ansia. Proviamo con gentilezza, con preghiere, ma anche con supporto psicologico e morale a dare loro sollievo.” ha spiegato il cappellano
Mykola sta anche accompagnando un fotografo militare ucraino che sta documentando i crimini di guerra commessi dai militari russi. Uno di questi crimini è proprio l’attacco insensato alla casa di Igor, che di certo non rappresentava un obiettivo strategico.
Una delle ipotesi è che il pilota del velivolo militare russo abbia sganciato le bombe per perdere peso e scappare più agilmente dalla contraerea ucraina, ma il fotografo militare ha rigettato questa ricostruzione: “Sapeva che quella era una zona residenziale, l’ha bombardata per ripicca. Se voleva sbarazzarsi delle bombe le avrebbe sganciate nei campi e nei boschi vicini”