Circa un mese fa, un’esplosione avvenuta all’interno di una miniera di carbone a Múzquiz, in Messico, ha ucciso sette minatori. Tra questi c’era Gonzalo Cruz, un uomo di 53 anni.
Da quel giorno, ogni mattina, il suo fedele amico Cuchufleto percorre circa due chilometri per raggiungere la miniera, sperando di ritrovare il suo defunto proprietario. E pensare che il cagnolone era stato adottato solo 7 mesi fa.
“Sarebbe potuto morire insieme a mio marito” ha spiegato la vedova di Gonzalo, Sandra Briseño. “Spesso scendeva in miniera con lui. Non gli importava che fosse buio. Usciva di casa e correva alla miniera aspettandolo fuori”.
Per non trascorrere troppo tempo lontano dal suo amico umano, Cuchufleto andava a cercarlo alla miniera. E quando Gonzalo doveva lavorare anche di notte, il cane rimaneva lì fino all’alba in modo che il suo migliore amico non tornasse a casa da solo.
Un’abitudine che non ha perso neanche dopo quel maledetto 4 giugno, giorno in cui Gonzalo è morto in un incidente sul lavoro. Il suo fedele amico continua a fare lo stesso tragitto ogni giorno, sperando di riabbracciare il suo proprietario.
Intervistata da un’emittente televisiva locale, Sandra ha raccontato che, quel fatidico giorno, Cuchufleto era molto agitato perchè Gonzalo non era ancora rincasato. A un certo punto, stanco di aspettarlo, è corso via in direzione della miniera. Ma del suo migliore amico e dei suoi colleghi neanche l’ombra. Gli unici esseri umani presenti nei pressi della miniera facevano parte di un gruppo di soccorritori che stavano tentando di salvare la vita dei minatori intrappolati.
Cuchufleto è rimasto fuori dalla miniera fino a quando i soccorritori non hanno tirato fuori il corpo di Gonzalo, ossia il mattino successivo. Dopo il funerale del suo proprietario Cuchufleto è corso via e non è tornato a casa fino a tarda notte.
Da allora, il cane trascorre le sue giornate sdraiato davanti ai gradini della porta aspettando che Cruz torni dal suo turno. E quando è stanco di aspettare, corre a cercarlo in miniera.
E’ così sconvolto che nell’ultimo mese ha mangiato e bevuto pochissimo: “Forse pensa che mio marito sia ancora lì”, ha raccontato la vedova.
“Un giorno l’ho trovato che piangeva a dirotto, gemendo, come si fosse fatto male. Mi sono assicurata che stesse bene e ho realizzato che il suo pianto derivava dal terribile dolore che prova per l’assenza di mio marito.”