In un negozio: una donna muore colpevole di avere con sé il suo cane


Una fine triste per Luana Casella, 78 anni, la quale ripeteva spesso “morirò per i miei cani”. Frase che sottolineava il suo grande amore per due piccole creature che le rendevano le giornate più lievi.
Una tragica lite per Marta, una bastardina bianca e nera, e la donna si è accasciata a terra: vani i soccorsi. E’ spirata al pronto soccorso.

La vicenda. Livorno 26 giugno 2012.
LA TRAGEDIA si è consumata in una drammatica sequenza in un negozio di frutta e verdura (in alto la foto del luogo): Luana entra con Marta al guinzaglio, per far la spesa e subito dopo entra una donna la quale rimprovera Luana: «Il cane non dovrebbe stare in negozio, lo vede che mi impedisce di scegliere la merce?». E’ l’inizio del diverbio, una parola segue l’altra le due donne litigano anche fuori dal negozio.

Luana Casella poi rientra in negozio ed è quel punto che la donna torna anche lei nel negozio e colpisce Luana alla schiena facendola finire sul vetro del bancone. Poi scappa mentre la titolare del negozio la rimprovera a sua volta: «Non si trattano così gli anziani». Attimi concitati: Luana Casella si accascia, è sempre più pallida, vengono chiamati i soccorsi. Inutili. Alle 10.59 del 26 giugno 2012 il medico del 118 stila il riferto di morte: arresto cardiocircolatorio da infarto.

Tecnicamente la donna è accusata di «morte in conseguenza ad un altro reato» ed ora è ricoverata dove è piantonata anche per sua tutela. Probabilmente sarà denunciata a piede libero. La donna in questura ha confessato, era ancora sotto choc: si è sentita male. E’ stato chiamata un’ambulanza, al pronto soccorso, come si è detto, si è disposto il ricovero.

Marta, la bastardina di Luana Casella, intanto è stata riportata a casa insieme all’altro bastardino della donna. Marta non smette di abbaiare: ha visto la sua padrona accasciarsi e ha capito che non sarebbe più tornata.

Almeno speriamo che qualche persona di buon cuore sappia restituire l’affetto a questi due cagnolini che ora sono orfani dell’affetto della loro padrona

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