Uno studio presentato sulla rivista Nature Communications ha evidenziato che le inondazioni diventeranno sempre più frequenti a causa del riscaldamento globale.
Il cambiamento climatico infatti potrebbe aumentare il rischio di questo problema rendendolo fino a 50 volte più frequenti. Gli esperi dell’Institut de Recherche pour le Dèveloppement (IRD) hanno portato avanti questo studio utilizzando i dati dei satelliti.
Nello studio sono stati usati anche alcuni modelli digitali che hanno permesso di capire quanto i cambiamenti climatici incidano sull’innalzamento delle acque. Il livello del mare e le onde dell’oceano infatti stanno diventando sempre più elevati a causa dello scioglimento dei ghiacciai.
Gli autori dello studio pubblicato sulla rivista Nature Communications hanno spiegato che le regioni costiere basse ospitano quasi il 10% della popolazione del Pianeta Terra. Proprio per questo motivo è essenziale dare grande importanza alla situazione di queste zone. Le aree in questione e gli ecosistemi sono in pericolo costante a causa delle sempre più frequenti inondazioni. L’acqua del mare infatti sempre più di frequente supera le barriere naturali e le barriere artificiali provocando grandi problemi.
Gli eventi di inondazioni aumenteranno nei prossimi anni per via del riscaldamento globale causato dall’azione dell’uomo. Oltre allo scioglimento dei ghiacciai che sta facendo aumentare il livello del mare, ci sono anche altri problemi di origine antropica. In particolare sono sempre più frequenti uragani e cicloni che provocano danni enormi. Basti pensare a quello Haiyan, il più grande ciclone tropicale mai misurato che nel 2013 ha colpito l’Asia.
Sono molti gli studi che stanno cercando di comprendere se questi eventi catastrofici stanno diventando più frequenti che in passato. Alcune ricerche hanno dimostrato infatti che i cambiamenti climatici stanno provocando un aumento di frequenza di tifoni, cicloni e uragani.
Per arrivare a queste conclusioni, il team di ricercatori ha valutato qual è l’impatto delle onde dell’oceano. Partendo da questo sono state elaborate delle stime nuove in merito al livello del mare. Dopo aver compreso quant’è l’aumento degli eventi di sommersione globale che si è notata tra il 1993 e il 2015, gli studiosi hanno stabilito i nuovi parametri fondamentali per la topografia delle coste. Gli esperti hanno anche calcolato quante ore in un anno le acque supereranno i livelli gi guardia.
Secondo Rafael Almar, studioso dell’IRD, la combinazione delle maree e delle onde dell’oceano possono “portare a episodi di tracimazione costiera”. Studiando la situazione si è capito che alcune zone sono più a rischio di inondazione. Nello specifico il Golfo del Messico, il Mediterraneo meridionale, nel Madagascar, nel Mar Baltico e nell’Africa occidentale la situazione è preoccupante.