Il salvataggio è stato completato questa mattina alle 6.40. La speleologa era intrappolata a 250 metri di profondità da domenica pomeriggio. Si trovava nella grotta dell’altopiano di Cariadeghe (Brescia).
L’intervento ha visto coinvolti 100 tecnici Cnsas provenienti da 6 regioni differenti: Lombardia, Piemonte, Trentino, Veneto, Emilia Romagna e Toscana. La speleologa di 37 anni, Anna Bonino si è fratturata la gamba sinistra domenica pomeriggio, dopo essere scivolata e caduta da circa tre metri di altezza. Il problema principale non è stata la frattura ma il dover tirare fuori la speleologa da una profondità di circa 250 metri. Il Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico, insieme a numerosi volontari provenienti da tutta Italia, per tirare su Anna Bonino con la barrella, hanno dovuto allargare in vari punti per allargare la grotta per l’uscita.
A dare l’allarme sono stati i compagni di esplorazione della Bonino, tre di loro sono subito usciti dalla grotta per contattare il 118, mentre altri due sono rimasti in profondità per farle compagnia. Una squadra di primo intervento è entrata nella grotta dell’altopiano di Cariadeghe intorno alle 20 di domenica. Il recupero però è iniziato qualche ora più tardi. La ragazza doveva essere prima stabilizzata: la temperatura era di 10 gradi pertanto è stata montata una tenda riscaldata per la speleologa ferita e il team medico del Cnsas.
Per il recupero ultimato questa mattina, è stato necessario allargare alcuni punti stretti della grotta: a pensarci sono stati 8 volontari del Cnsas che, con l’uso di microcariche, sono riusciti a demolire le rocce che ingombranti.