L’emendamento è stato presentato per combattere il fenomeno in crescita degli abusi sugli animali passato dai 69 casi registrati nel 2010 ai 914 del 2019.
Fino ad ora, nonostante la legge prevedesse già forti pene per i trasgressori, il sistema legale vigente in Corea del Sud considerava gli animali come “oggetti”.
Grazie alla nuova legge, come sottolinea il Ministero della Giustizia sud-coreano, gli animali saranno riconosciuti come esseri senzienti; e i giudici e pubblici ministeri avranno più opzioni per determinare le sentenze.
Il cambiamento è stato favorito non solo dall’impegno dei politici locali; ma anche dalla maggiore sensibilità dimostrata dai proprietari di animali domestici, cresciuti a un ritmo incredibile negli ultimi anni. Purtroppo l’aumento di animali domestici ha determinato anche l’aumento del fenomeno dell’abbandono e della crudeltà su di essi. Secondo il Governo la causa di tutto ciò sta nel fatto che il sistema legale – che li trattava ancora come “cose” – non aveva mezzi efficienti per tutelare i loro diritti. Chi commetteva crimini nei confronti degli animali restava quindi quasi sempre impunito.
La svolta a livello giuridico avvenuta in Corea del Sud può sembrare abbastanza banale, ma si tratta di un balzo in avanti importante. Si prevede infatti la proposta di ulteriori leggi e politiche per proteggere e rispettare sempre di più gli animali.
Basta pensare che nella maggior parte dei Paesi, tra cui in Italia (nonostante il disegno di legge in Senato), i nostri amici a quattro zampe non godono di tutele simili. E i Paesi che riconoscono gli animali come esseri senzienti ci sono arrivati solamente pochi mesi fa. L’ultima, in ordine di tempo, era stata Gran Bretagna, che ha approvato una legge simile lo scorso maggio.
Nel nostro Paese, come già detto, è arrivato un primo importante sì verso questo importante traguardo. Ma la strada non è tutta in discesa: affinchè il ddl diventi legge sono necessarie ancora le due approvazioni di Camera e Senato. Con l’eventuale approvazione si adempirebbe anche a un obbligo internazionale, che l’Italia ha sottoscritto oltre 10 anni fa con il Trattato di Lisbona (TRATTATO SUL FUNZIONAMENTO DELL’UNIONE EUROPEA). L’art. 13 afferma, infatti: “L’Unione e gli stati membri tengono pienamente conto delle esigenze in materia di benessere degli animali in quanto esseri senzienti”.