L’effetto greening sulla Groenlandia rappresenta la tragica testimonianza dei cambiamenti climatici in corso che potrebbero ripercuotersi su tutto il pianeta
Un nuova ricerca scientifica dagli esiti sconcertanti ha evidenziato l’entità dei cambiamenti climatici e ambientali in atto in Groenlandia, indicando un rapido effetto “greening” negli ultimi tre decenni. I risultati, derivati da immagini satellitari e rigorosi test effettuati in loco, documentano un aumento sostanziale della copertura vegetale del 111%, insieme a un aumento significativo delle aree umide del 380%.
Questa esplosione “green” è correlata a una marcata diminuzione della copertura di ghiaccio, che sta contribuendo all’innalzamento globale del livello del mare e all’alterazione degli ecosistemi locali. La ricerca ha documentato una certa correlazione tra questi cambiamenti nella copertura del suolo e il riscaldamento climatico, in particolare notando l’impatto dell’aumento dei gradi sulla crescita della vegetazione.
Le implicazioni di queste trasformazioni sono profonde e influiscono sull’albedo, sulle emissioni di gas serra e sul trasporto dei sedimenti, influenzando così i sistemi climatici sia locali che globali. Gli esiti di questa ricerca richiedono un intervento urgentie un monitoraggio immediato oltre a nuove strategie di adattamento per mitigare gli effetti a cascata della trasformazione della Groenlandia sull’Artico e oltre.
Lo scioglimento del ghiaccio sta aumentando il livello dell’acqua nei laghi, migliorando l’assorbimento di calore da parte dell’acqua rispetto alla neve. Tutto questo comporta un aumento della temperatura della superficie terrestre. Nel corso dei decenni la Groenlandia ha sperimentato gli effetti del riscaldamento a un tasso medio globale a partire dagli anni ’70, con proiezioni future che indicano proiezione verso temperature molto elevate.
Dagli anni ’80, gli studiosi hanno osservato che porzioni sostanziali di ghiaccio sono scomparse, sostituite da paesaggi aridi, zone umide e aree di arbusti: il chiaro contesto di un rilevante cambiamento ambientale. Secondo un rapporto del Guardian, i dati delle immagini satellitari degli ultimi trent’anni indicano che circa 11.000 miglia quadrate di ghiaccio e vari ghiacciai della Groenlandia sono scomparsi, un’area paragonabile alle dimensioni dell’Albania, che rappresenta l’1,6% della copertura totale di ghiaccio dell’isola.
La contrazione della massa ghiacciata ha consentito un’espansione di 33.774 miglia quadrate di terreno ricoperto di vegetazione, raddoppiando la dimensione rispetto a quando sono iniziate le osservazioni.
Lo studio ha evidenziato, inoltre, un aumento significativo delle zone umide in tutta la Groenlandia, note per le loro emissioni di metano, suggerendo un circolo vizioso in cui la crescita della vegetazione porta a un maggiore scioglimento dei ghiacci. L’aumento della temperatura dell’aria sarebbe stata individuata come la causa prima della ritirata dei ghiacciai, soprattutto tenendo conto che la temperatura della Groenlandia è aumentata al doppio del tasso della media globale dagli anni ’70.
Tra il 2007 e il 2012, la temperatura media annuale dell’aria dell’isola è stata di 3°C superiore alla media del periodo 1979-2000. In futuro si teme ancora una massiccia perdita di ghiaccio con conseguenze sul clima globale imprevedibili.
Secondo il rapporto del Guardian, lo scioglimento del ghiaccio rilascia anche acqua che trasporta sedimenti e limo, formando zone umide e paludose. Questo cambiamento colpisce profondamente le popolazioni indigene che dipendono da questi ecosistemi per le tradizionali pratiche di caccia. Inoltre, la diminuzione della massa di ghiaccio della Groenlandia è un fattore importante nell’innalzamento del livello del mare globale. Una congiuntura di situazioni che potrebbe far presagire il peggio per le sorti del nostro pianeta.
