L’inquinamento rappresenta sicuramente una delle piaghe che martirizza il nostro pianeta soprattutto dopo la rivoluzione industriale. L’immissione in atmosfera di gas serra e la produzione eccessiva di microplastiche rappresentano due fattori che contribuiscono in maniera decisiva al deterioramento delle risorse ambientali e della qualità dell’aria. Le emissioni di CO2 hanno ormai raggiunto livelli intollerabili influenzando notevolmente il clima mondiale.
Le attività produttive mondiali emettono nell’aria qualcosa come 54 tonnellate di anidride carbonica ogni anno. Una quantità che favorisce il cosiddetto effetto serra, un processo che si verifica quando i gas presenti nell’aria intrappolano il calore dei raggi solari, facendo lievitare le temperature medie del pianeta. Una sorta di gigantesco tappo che blocca il passaggio del calore influenzando lo scambio di calore tra atmosfera e spazio. Ecco perchè i ghiacciai si stanno progressivamente sciogliendo mettendo a rischio lo stesso ecosistema causando l’innalzamento dei livelli del mare.
L’innalzamento del livello degli oceani dovuto allo scioglimento dei ghiacciai può generare pericolosi effetti a catena, i quali si susseguono nel corso dei decenni. Il fenomeno dell’innalzamento del livello del mare rappresenta oggi una delle preoccupazioni principali manifestate dagli scienziati, proprio perchè potrebbe mettere a rischio tantissime isole del Pacifico e dell’Oceano Indiano erodendo anche grandi porzioni di fascia costiera di molti paesi.
Ecco perchè la riduzione dei gas serra è diventato uno dei principali obiettivi delle più importanti potenze mondiali, allo scopo di prevenire le catastrofi. Secondo l’Agenzia europea dell’ambiente (EEA), sono tante le regioni europee in cui il rilascio di sostanze nocive nell’aria è ampiamente sopra la media. Una regione italiana, è addirittura considerata la regione più inquinante del Vecchio Continente.
Si tratta della Pianura Padana, la cui qualità dell’aria è davvero pessima, secondo gli esperti, mettendo a rischio anche la salute di chi vive nelle aree adiacenti. E’ vero che gli ultimi dati hanno palesato un netto miglioramento rispetto al passato, ma gli sforzi compiuti non si sono ancora rivelati sufficienti per centrare gli obiettivi prefissati.
Uno dei grandi problemi della pianura Padana è rappresentato soprattutto dai livelli di PM (le cosiddette polveri sottili) che in quella regione italiana hanno toccato livelli mai registrati in precedenza, superando di gran lunga limiti massimi consentiti dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Si tratta di una pianura alluvionale di enormi dimensioni (47.820 chilometri quadrati) in cui vivono circa 15 milioni di persone distribuite in 5 regioni.
Una delle cause di questo inquinamento esagerato è da ricercare nella scarsa ventilazione, nelle numerose industrie e nell’alta densità di popolazione. Fra l’altro anche la presenza di Alpi e Appennini, rappresenta una sorta di barriera naturale in grado di intrappolare lo smog senza via d’uscita. La conseguenza per chi vive in quelle regioni è lo sviluppo di gravi problemi cardiovascolari e respiratori. Le situazioni più critiche si registrano a Cremona, Padova, Vicenza, Venezia, Brescia, Piacenza, Bergamo, Alessandria, Asti e Verona.