Cosa è successo nella centrale nucleare di Fukushima? Una serie di eventi concatenati ha innescato l’incubo nucleare. I reattori di Fukushima erano più antiquati di quelli presenti nelle centrali italiane, i picchi di radioattività registrati ufficialmente, sono stati di gran lunga inferiori a quelli rilevati a Chernobyl ma la popolazione è stata comunque evacquata: dopo Hiroshima, l’incubo nucleare nipponico continua.Nel Nord del Giappone, il sisma dell’11 marzo ha causato un terremoto di magnitudo 9,0; ciò vuol dire che ha liberato 30.000 volte l’energia sprigionata dal terremoto dell’Acquila. Con il sisma, anche se il sistema elettrico non aveva subito danni, questo si è sconnesso attivando la rete elettrica di emergenza. Circa un’ora dopo dal terremoto, sulla centrale si è abbattuta l’onda di un maremoto generato dal precedente terremoto.
Il maremoto ha danneggiato tutti i gruppi elettrogeni di emergenza, infatti per le successive 8 ore, i sistemi di raffreddamento dei reattori, sono stati alimentati da batterie, ma una volta esaurità l’elettricità di scorta, ogni forma di raffreddamento è cessata. E’ stato questo il momento in cui è precipitato tutto: purtroppo il Paese si trovava ad affrontare due catastrofi naturali, pertanto i tecnici non hanno risolto prontamente il problema dell’alimentazione elettrica.
Il primo tentativo di risoluzione ha coinvolto dei generatori diesel funzionanti, portati alla centrale con lo scopo di iniettare acqua di mare nei reattori, probabilmente, i reattori erano stati già danneggiati dal terremoto, quindi l’acqua iniettata si disperdeva e questo primo tentativo non ha condotto a nulla di buono. Nei reattori c’è stato un temporaneo abbassamento del livello dell’acqua, con conseguente surriscaldamento del combustibile e danneggiamento parziale del nocciolo; da qui ha avuto inizio la produzione di idrogeno.
L’idrogeno è stato prodotto mediante la reazione tra l’acqua e le barre di combustibile. Il reattore utilizzato alla centrale di Fukushima, è ad acqua bollente (boiling water reactor, BWR) ed è stato sviluppato dagli americani, agli inizi degli anni 50′. Il combustibile dei BWR è ossido di Uranio debolmente arricchito, Uranio-235 sottoforma di pastiglie ceramiche rivestite con una lega di zirconio. I reattori della Centrale Nucleare Italiana di Caorso, erano di tipo BWR, ma una versione molto più evoluta dei reattori presenti alla centrale di Fukushima- Daiichi.
In ogni modo, i danni si sarebbero verificati anche con dei reattori ultramoderni, è per questo che il Giappone punta all’energia solare. Il combustibile della centrale era stipato in piscine di raffreddamento, qui il combustibile surriscaldato, anche se in misura minore rispetto a quello in uso nei reattori, ha iniziato a sprigionare idrogeno. L’intera catastrofe, durata più giorni, si è arrestata con l’immissione di acqua, intanto, però, il bilancio delle vittime conta due decessi e circa 20 feriti per le esplosioni, un suicidio e numerose persone contaminate.
Il bilancio ambientale vede il rilascio di sostanze radioattive più volatili, come i composti di isodio e di cesio. La parziale fusione del combustibile ha rilasciato vapori radioattivi ma c’è da dire che il rilascio di materiale radioattivo nell’ambiente circostante a Fukushima, è stato di gran lunga inferiore al rilascio registrato con la tragedia di Chernobyl. Anche se i picchi registrati erano inferiori a quelli di Chernobyl, gli abitanti in un raggio di 20-30 km, sono stati fatti evacuare per abbassare al minimo il rischio di contaminazione.