Scopriamo le origini e le caratteristiche dell’albero che sanguina, in quale periodo e cosa accade quando viene tagliato. Vediamo insieme le particolarità di questo esemplare.
Nel cuore dell’isolata isola di Socotra, tra l’azzurro dell’Oceano Indiano e del Mar Arabico, sorge un luogo unico al mondo, l’altopiano del Dixsam, ove si cela una foresta dal fascino misterioso e antico. Al centro di questa meraviglia naturale troviamo l’albero del sangue di drago, una specie endemica dal tronco imponente e dalla resina rossa come il fuoco.
Vediamo nel dettaglio le origini e le caratteristiche di questa pianta straordinaria, immergendoci nelle leggende che l’hanno avvolta e confrontandoci con le minacce che oggi ne minano la sopravvivenza.
“L’Albero del Sangue di Drago“, noto scientificamente come Dracaena cinnabari, domina l’ecosistema dell’isola di Socotra con il suo tronco imponente e la chioma ampia. Caratterizzato da un colore chiaro quasi biancastro, questo albero presenta una peculiarità sorprendente, la mancanza degli anelli interni che renderebbero possibile dedurne l’età con precisione.
Si stima che la maggior parte degli esemplari abbia circa un secolo di vita, ma la sua natura enigmatica sfida ogni tentativo di classificazione temporale. Le foglie ond ulate e i rami intrecciati dell’Albero del Sangue di Drago formano un labirinto naturale, offrendo ombra e protezione alle piante sottostanti.
Ma è la sua resina, rossa come il sangue, a catturare l’immaginazione e a dare vita a leggende millenarie. Si narra che questa resina sia il frutto del sangue versato in battaglia da un drago, mito che si intreccia con la storia dell’isola e dei suoi abitanti.
Gli indigeni di Socotra conoscono la resina con il nome di “emozoloh” e ne conoscono le virtù da generazioni. Estratta dagli alberi di 5-6 anni, preferibilmente durante il periodo delle piogge per la sua maggiore abbondanza, viene utilizzata come tintura, rimedio naturale e persino in riti magici e alchemici tradizionali.
Le sue presunte proprietà curative come la diarrea e i reumatismi, hanno reso questa sostanza un bene prezioso per la comunità locale e un oggetto di desiderio per i mercanti dell’antichità.
Tuttavia, “l’Albero del Sangue di Drago” non è immune alle minacce moderne. La crisi climatica e la siccità sempre più intensa mettono a rischio la sua sopravvivenza, mentre l’allevamento del bestiame contribuisce alla distruzione delle giovani piantine.
L’antica saggezza custodita dalla foresta di Socotra rischia così di svanire, lasciando dietro di sé solo leggende e ricordi di un tempo in cui la natura e l’uomo coesistevano in armonia.
L’Albero del Sangue di Drago incarna l’essenza stessa della magia e del mistero che avvolgono l’isola di Socotra. Tra leggende millenarie e minacce moderne, questa specie endemica sfida il tempo e la natura stessa, ricordandoci la fragilità e la bellezza del mondo naturale che ci circonda. Che la sua resina continui a fluire come il sangue di una terra antica, preservando la sua storia e il suo incanto per le generazioni future.