La difesa dell’ecosistema dovrebbe essere in cima alla lista degli obiettivi del governo, tra dissesto idrogeologico e cambiamenti climatici
Il cambiamento climatico sta incidendo pesantemente sulla vita di tutti noi. Le estati torride e sfiancanti e gli inverni caratterizzati da bombe d’acqua e fenomeni estremi, hanno messo a dura prova un paese già falcidiato dal dissesto idrogeologico e dall’incuria. Oltre alla sfida per contrastare gli effetti del cambiamento climatico, il nostro paese è più impegnato che mai nella strenua lotta per la difesa del mare, un patrimonio immenso che abbraccia tutta la penisola e che rappresenta una risorsa fondamentale per la nostra economia.
Anche su questo versante c’è ancora molto da fare per individuare le aree idonee dove sviluppare gli impianti di energia rinnovabile offshore. Serve elaborare e implementare gli attuali network di protezione marina e la definizione delle misure di conservazione di oltre 2000 Siti Natura marini, mentre c’è anche da difendere il suolo che viene costantemente eroso dalle acque marine. Secondo una inquietante statistica diffusa dall’Istat, nel nostro paese, ogni secondo che passa, vengono consumati circa 2mq di suolo. Un’altra sfida che l’Italia dovrà affrontare negli anni a venire è quella legata al clima.
I ritardi delle istituzioni
Manca una apposita legge in grado di favorire e agevolare tutti i processi e i comportamenti mirati a contrastare gli effetti del clima sul terriotorio. Un vero Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici che altri paesi stanno adottando, mentre il nostro paese continua ad essere in grave ritardo. Siamo ancora in attesa di un decreto per le Aree idonee per le rinnovabili e dei decreti attuativi delle Comunità energetiche, mentre sulle energie Rinnovabili l’azione politica e legislativa sembra segnare il passo appesantita da vincoli burocratici e urbanistici.
I cambiamenti climatici, ormai da diversi anni, stanno causando danni ormai irreversibili al pianeta. L’Italia è fortemente esposta ai suoi effetti, a causa delle erosioni, delle alluvioni ma anche della siccità che rappresenta una incognita incombente soprattutto sulla nostra agricoltura. Ecco perchè il nostro paese è stato incluso nel cosiddetto “hotspot mediterraneo”, un’area considerata particolarmente a rischio.
Le inquietanti prospettive
Il nostro paese è indubbiamente tra quelli che stanno patendo maggiormente le conseguenze dei cambiamenti climatici. Nel 2022 le precipitazioni si sono ridotte ben al di sotto della media meteorologica mentre l’estate si è prolungata rendendo il clima sempre più arido e secco.
Il surriscaldamento, oltre a coinvolvere l’atmosfera, sta attanagliando anche il mare facendo lievitare le temperature. Basta pensare che l’Adriatico, solo nel 2022, ha fatto registrare un aumento di 2,3 gradi centigradi di media. Lo scenario futuro è sicuramente a tinte fosche dopo le previsioni di un nuovo aumento delle temperature. A rischio saranno soprattutto le risorse idriche, le zone umide e quelle costiere.