Succede ad Acerra, in provincia di Napoli. L’Uomo dopo aver litigato con la moglie, in preda alla rabbia da fuoco al cane e lo uccide. Stando alla ricostruzione, il cane aveva preso le difese della moglie.
Poteva essere uno dei tanti litigi coniugali ma è finita con un incendio, quello del cane di casa, un rottweiler. Durante la lite il rottweiler sembrava abbaiare contro l’uomo in difesa di sua moglie. Il marito ha quindi legato il cane e gli ha dato da mangiare, il suo ultimo pasto. L’uomo ha preso una vanga e ha colpito il rottweiler con l’intento di ucciderlo, tentativo a vuoto dato che il cane ne è uscito agonizzante ma ancora in vita.
A questo punto l’uomo ha deciso di fare fuoco all’animale a cui aveva già rotto il cranio. La moglie allibita ha telefonato al 113 ma ormai non c’era più niente da fare. Il cane era già morto. Il marito è stato denunciato per maltrattamento e uccisione di animale, una denuncia che non rende affatto giustizia alla gravità del gesto.
Germania Cavezza, sovrintendente del Corpo Forestale, commenta così la denuncia “Il reato di maltrattamento, pur con l’aggravante dell’uccisione, non consente né l’ arresto in flagranza ma neanche, salvo particolari casi di pregiudicati, la condanna definitiva. A volte quando si parla di arresto per chi maltratta gli animali, mi sembra di sentire uno spot pubblicitario“. Almeno qui in Italia è così. L’uomo non sconterà alcuna condanna.
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