Il cibo scaduto non va sempre gettato nell’immondizia: occorre fare delle doverose distinzioni prima di decidere se consumarlo o meno
Non sempre il cibo scaduto va buttato via. Occorre fare opportune distinzioni per non sprecare cibo prezioso che in realtà è ancora commestibile ma che spesso gettiamo tra i rifiuti per paura di intossicarci. In questi giorni sta circolando un video sul web in cui una ragazza racconta la propria esperienza di consumatrice.
La blogger ha spiegato di consumare quotidianamente cibo scaduto che in realtà è ancora commestibile, evitando di sprecarlo gettandolo nell’immondizia. Occorre leggere bene le etichette e fare una doverosa distinzione fra i cibi che vanno consumato “entro” una certa data e i cibi che dovrebbero essere consumati “preferibilmente” entro una certa data.
Come regolarsi
Sono in realtà pochi gli alimenti in cui la scadenza è perentoria perchè quel prodotto, dopo quella determinata data, può causare intossicazioni. Fra questi ci sono il latte fresco (che va consumato entro una settimana) e le uova (28 giorni dal confezionamento). Tutti gli altri prodotti non hanno una scadenza ben determinata, ma dipende da produttore a produttore.
I cibi che sono “da consumarsi preferibilmente” entro una determinata data, sono semi-deperibili. Si tratta di alimenti che possono essere conservati a lungo termine come nel caso di cibi in scatola, olio e pasti sigillati sottovuoto. Con la data di scadenza viene indicato solo un periodo in cui l’alimento potrebbe non essere più in condizioni ottimali, per motivi di consistenza, sapore, colore o aroma.Tanti prodotti, anche se scaduti, possono essere consumati.
Ad esempio, uno yogurt per il quale è stata rispettata a pieno la catena del freddo, si può mangiare anche ad una settimana dalla scadenza, senza correre rischi. I formaggi molli, invece, dovrebbero essere consumati al massimo 5 giorni prima della scadenza. Le conserve, invece, si possono consumare tranquillamente anche tre mesi dopo la scadenza. Gli stessi surgelati, se è stata rispettata correttamente la catena del freddo, possono essere consumati anche due mesi dopo la scadenza. Su insaccati e affettati, è sempre meglio non correre rischi e rispettare la data indicata sul prodotto.
I rischi che si possono correre
Un cibo scaduto si contamina e accumula sostanze tossiche che turbano l’equilibrio del corpo quando viene consumato. Alcune delle ripercussioni più comuni del consumo di cibo avvelenato includono diarrea, vomito e nausea. Se non trattate al momento giusto, le intossicazioni alimentari possono diventare un problema molto serio, costringendo anche al ricovero ospedaliero.
Il modo migliore per verificare se il cibo è scaduto o meno è dare un’occhiata alle sue etichette, ma anche al suo colore e al suo odore. Qualsiasi prodotto alimentare venduto sul mercato senza imballaggio deve essere controllato al tatto e all’olfatto. Qualsiasi cibo scaduto avrà un odore molto sgradevole e la persona capirà immediatamente che è andato a male.
Molte volte, sull’alimento, si sviluppano anche funghi o strane macchie su un frutto o su una verdura. Questi tipi di frutta e verdura che si presentano con chiazze colorate non dovrebbero essere acquistati al mercato. Prima di cucinare qualsiasi cosa in casa, è importante ispezionare adeguatamente tutti gli ingredienti per assicurarsi che siano tutti idonei al consumo e freschi.