Orbital 02 è una turbina gigante da 680 tonnellate, prodotta dall’azienda scozzese Orbital Marine Power. Si tratta di un impianto in grado di generare 2 Megawatt di potenza installato questa estate nell’area Fall of Warness delle Orcadi, in Scozia.
Secondo quanto riferito, questa turbina è in grado di soddisfare la domanda di energia elettrica per due mila appartamenti nei prossimi 15 anni.
Nella nuova epoca inaugurata all’insegna della transizione ecologica, il futuro punto sempre di più al settore delle rinnovabili. Tutti i paesi, a livello globale, si stanno allineando ai nuovi dettami ecologici così come l’industria.
Le risorse naturali sono state al centro di numerose ricerche negli ultimi anni. Grazie anche allo sviluppo di nuove tecnologie in grado di sfruttarle al meglio.
Ed è così che in vista della prossima Conferenza sul Clima, COP26 che si svolgerà a Glascow Scozia, dal 31 ottobre al 12 novembre 2021 sotto la presidenza del Regno Unito, la Scozia punta al mercato globale sfruttando al meglio l’energia del mare.
“Con le nostre abbondanti risorse naturali, le nostre competenze e le nostre ambizioni, la Scozia è nella posizione ideale per sfruttare l’enorme mercato globale dell’energia marina, contribuendo nel contempo a realizzare un’economia a zero emissioni”. Ha dichiarato il segretario per l’Energia del parlamento scozzese.
Gli oceani e il mare possono dunque diventare le future centrali elettriche così come i fiumi. Anche in Italia molti studi si stanno orientando in questo settore.
L’Italia è circondata dal mare e può sfruttare le correnti del moto ondoso. Nel Belpaese è stato creato l’Iswec -“Inertial Sea Wave Energy Converter”, uno dei primi impianti al mondo che genera elettricità integrata da moto ondoso e fotovoltaico, al largo di Ravenna.
L’impianto è stato inaugurato nel 2018 e ha dimostrato di essere in grado di funzionate in diverse condizioni del mare arrivando a una potenza di 50 kW.
L’Italia è il secondo paese europeo in tema di finanziamenti pubblici dedicati alla ricerca e all’energia del mare. Ben 5 milioni di investimenti sono stati dedicati nel 2020 allo studio e alla ricerca di impianti che producono energia dalla forza del mare.
Come ricorda il Corriere.it, sono stati creati degli impianti in Sardegna e in Sicilia dove il Canale di Sicilia garantisce un luogo ideale per la produzione dell’energia da turbine.
Proprio in Sicilia è stato creato un impianto maxi-eolico galleggiante. Il progetto della Renexia, società del gruppo Toto, consiste nell’installazione di centinaia di turbine a 60 chilometri dalla costa e ad una profondità di 700-800 metri.
Questo impianto è capace di generare 2,9 gigawatt di potenza e di soddisfare il fabbisogno energetico di 3,4 milioni di famiglie. L’avvio dell’impianto è previsto nel 2025.
L’Istituto dell’Ingegneria del mare, che sta all’interno del Consiglio nazionale delle ricerche- CNR, ha fatto parte del progetto MaRINET-2. Un progetto finanziato dall’Unione europea dedicato alla creazione di una piattaforma con turbine ad asse orizzontale.
Il progetto, promosso dall’azienda Sustainable Marine, con sede ad Edimburgo, sarebbe in grado di convertire le correnti marine in energia elettrica ad una potenza di 420 kilowatt.
“E’ come se ci fossimo affacciati al tema delle energie rinnovabili dalle correnti marine (che si creano soprattutto in prossimità delle linee di costa e fino a 4,5 metri al secondo, dei veri e propri fiumi in piena) praticamente in punta di piedi, in occasione del MaRINET 1, iniziato nel 2011 e conclusosi nel 2015, sviluppato in collaborazione con Spagna, Portogallo, Irlanda ed Inghilterra”. Dichiara l’ingegnere Francesco Salvatore, responsabile per il Cnr del progetto MaRINET-2.
Anni di sperimentazioni tecnologiche che hanno coinvolto 57 realtà aziendali e start up. Tuttavia, l’obiettivo della ricerca al CNR è anche quello di lavorare su turbine più piccole in modo che lo stesso consumatore diventi produttore di energia elettrica, regalando autonomia e sostenibilità alle comunità.