I mondiali di calcio del Brasile sono alle porte, mancano infatti pochi giorni al fischio d’inizio della prima partita, in programma per il prossimo 12 giugno. In attesa di vedere i vari team scontrarsi sul terreno di gioco, la partita ecologica, con i primi calcoli dell’impatto ambientale delle varie nazionali, è già aperta. Purtroppo l’Italia fa registrare la prima sconfitta su questo fronte. Gli azzurri guidati da Cesare Prandelli non rientrano infatti tra le squadre più sostenibili per quanto riguarda le divise di gioco.
Ben dieci squadre scenderanno invece in campo con divise ecosostenibili, prodotte grazie all’impiego di innovativi materiali riciclati e riciclabili. Nello specifico, le dieci nazionali che indosseranno magliette e pantaloncini in plastica riciclata sono l’Australia, il Brasile, la Corea del Sud, la Croazia, la Francia, la Grecia, l’Inghilterra, l’Olanda, il Portogallo e gli Stati Uniti. Benché ogni nazionale indossi magliette personalizzate con uno stile diverso, il materiale impiegato è lo stesso. A svilupparlo è stata la Nike, ricavando dalle bottiglie di plastica riciclate, uno dei principali rifiuti che contaminano l’ambiente, uno speciale poliestere. Grazie a questo materiale, le divise delle dieci nazionali saranno tra le più ecologiche nella storia dei mondiali. Un grande risultato, non tanto e non soltanto per la riduzione delle emissioni, quanto per il messaggio di sensibilizzazione sull’importanza del riciclo che sarà per diverse settimane sotto gli occhi di tutto il mondo.
Per ogni completo sono state impiegate circa tredici bottiglie di plastica riciclata, risparmiando fino al 30% rispetto ai consumi di energia derivanti dal processo produttivo del poliestere tradizionale. Il tutto senza sacrificare la vestibilità e le prestazioni del tessuto che risulta al contempo leggero e resistente. I calciatori potranno inoltre contare su una tecnologia assorbi-umidità che allevierà il disagio del sudore in campo.
Ogni iniziativa volta a ridurre l’impatto dei Mondiali di calcio del Brasile è un piccolo passo per smorzare le preoccupazioni sull’impronta ecologica dell’evento. Benché siano stati definiti i mondiali di calcio più green della storia, grazie alla costruzione di stadi fotovoltaici e sostenibili, e a iniziative per la valorizzazione della biodiversità, quelli in Brasile sono stati, sin dall’assegnazione, oggetto di numerose polemiche. Le critiche maggiori sono nate per il potenziale impatto negativo sull’Amazzonia. Vedremo se le preoccupazioni si riveleranno ingiustificate o se l’inquinamento derivante dall’incremento degli spostamenti aerei nel Paese nuocerà effettivamente al polmone verde del Pianeta.
Fonte greenstyle.it