A raccontare la vicenda è stato il diretto interessato, Vittorino Biglia, che si è visto costretto a chiamare le forze dell’ordine per far valere i propri diritti. L’uomo ha spiegato che insieme ai familiari e al suo splendido Labrador nero di nome Spritz aveva intenzione di visitare il Duomo. Quando si è presentato all’ingresso, tuttavia, è stato fermato da un addetto alla sicurezza della chiesa che non gli ha concesso di entrare proprio perché era accompagnato dal suo cane guida. Secondo l’operatore, le regole interne vieterebbero l’ingresso agli animali, e quindi anche ai cani d’assistenza.
Biglia, che nella sua regione, la Puglia, è conosciuto per il suo attivismo, ha protestato citando la legge numero 37 del 1974 che prevede l’accesso dei cani guida all’interno dei luoghi aperti al pubblico. Dopo aver incontrato ulteriore resistenza da parte degli addetti, l’uomo ha deciso di chiamare le Forze dell’Ordine che gli hanno dato ragione. Vittorino e Spritz hanno quindi potuto far visita al Duomo, come avevano programmato di fare.
Biglia ha voluto specificare che non era sua intenzione quella di voler fare polemica a tutti i costi. Avrebbe deciso di parlare di quanto successo all’ingresso del Duomo di Torino per sensibilizzare, informare e divulgare “la realtà del cane guida che a oggi è ancora poco conosciuta nonostante gli sforzi profusi dalle associazioni di categoria sempre in prima linea”.
Qualche anno fa, Vittorino Biglia aveva già fatto parlare di sè per uno splendido gesto compiuto nei confronti del suo precedente cane guida. Penelope, una labrador bionda che gli aveva dato assistenza per oltre 5 anni, per uno scherzo del destino stava diventando cieca. La cagnolona aveva una retinopatia grave, condizione che non solo l’avrebbe portata di lì a poco a perdere la vista; ma le avrebbe anche impedito di continuare a fare il cane guida.
Per mostrare tutta la sua gratitudine, Vittorino ha deciso di adottarla e tenerla con sè. Penelope sarebbe dovuta ritornare alla scuola di Limbiate dove era stata addestrata nel 2010, prima che – grazie ad una donazione del Lions Club di Collegno – diventasse il suo cane guida. Biglia raccontò che quel terribile scherzo del destino lo aveva reso davvero triste.
“La storia di Penelope è simile alla mia. Io ho perso la vista a circa 20 anni a causa di una retinite pigmentosa, malattia degenerativa irreversibile. Per questo ho deciso che Penelope resterà con me”.