I consumatori vogliono comprare alimenti che sono stati modificati geneticamente per essere più nutrienti, e per acquistarli sono disposti a pagare il 25% in più. Le industrie agro-alimentare hanno una nuova strategia di marketing e i consumatori hanno già il portafogli pronto.
La ricerca è stata condotta nello Stato dell’Iowa (USA) e rivela una grande notizia: i consumatori sono finalmente pronti ad accettare sulle proprie tavole i cibi OGM (organismi geneticamente modificati), ovvero, tutti quegli alimenti che subiscono una manipolazione genetica per riuscire meglio sul mercato.
L’accettazione degli alimenti geneticamente modificati è una svolta per il mondo della ricerca e per l’intero settore agro-alimentare. Lo studio condotto dall’Università dello Stato dell’Iowa, ha visto come i consumatori sono disposti a spendere il 25% in più per un alimento vegetale che grazie a modifiche genetiche è riuscito ad essere più ricco in vitamina C e in antiossidanti.
Il pubblico preferirebbe prodotti freschi OGM rispetto a prodotti coltivati convenzionalmente, cioè, senza alcuna manipolazione genetica che ne esalti le proprietà. Le modifiche genetiche che sono state accettate dai consumatori statunitensi riguardano quelle intrageniche, cioè manipolazioni effettuate su piante utilizzando geni di altre piante ma della stessa specie.
Le manipolazioni intrageniche sono viste positivamente, infatti il pubblico è ancora un po’ restio ad accettare gli alimenti transgenici, che riferiscono a modifiche effettuate con l’incrocio di geni di specie differenti. I consumatori accettano gli alimenti con modifiche intrageniche solo se le manipolazioni sono viste come “benigne“. In altre parole, solo se le modifiche possono arrecare reali benefici al consumatore:
A) se vi è un aumento delle proprietà nutrizionali dell’alimento (più vitamine, più sali minerali….)
B) se il vegetale diventa più resistente alla siccità e ai parassiti, così da diminuire l’esposizione dell’alimento fresco ai pesticidi.
Da un punto di vista biologico, le modifiche intrageniche non sono molto differenti da quelle che avvengono da anni negli allevamenti di bestiame: per gli accoppiamenti vengono selezionati capi di bestiame forti e resistenti. Così, nel settore agricolo, la frutta, gli ortaggi e le verdure, subiranno un processo di selezione grazie all’ingegneria genetica.
Grazie alle tecnologie dell’ingegneria genetica, i coltivatori potranno migliorare la produzione del raccolto mediante trasferimenti intraspecie. Se per il bestiamo è sempre stato facile, nel campo agricolo, le procedure di riproduzione sono più difficoltose; ad esempio, esistono migliaia di tipi di patate, ognina con alcuni tratti genetici unici. Le patate si riproducono utilizzando una sorta di germogli interni, quindi il miglioramento attraverso incroci –come con il bestiame– è impossibile. L’ingegneria genetica con modifiche intraspecie agisce proprio in questi casi.
L’OGM è stato spesso additato negativamente dalle associazioni ambientaliste. Questo accade negli USA e in Europa. Al contrario, le industrie alimentari tendono ad esaltare gli OGM perché per loro rappresentano una nuova frontiera di guadagni. L’opinione pubblica statunitense ha ceduto al fascino degli OGM quando vedendo le tabelle delle qualità nutrizionali degli alimenti, ha notato che i cibi freschi OGM sono più ricchi di quelli coltivati convenzionalmente.
In tal modo, i consumatori hanno dato più credito alle informazioni distribuite dalle industrie alimentari, piuttosto che seguire le logiche e le tematiche offerte dalle associazioni ambientaliste. Un dubbio lecito nasce spontaneo… a che servono tanti grammi di vitamina C quando l’organismo di un adulto ha bisogno solo di 60 mg? Una nuova era di marketing sta per abbattersi sul settore agro-alimentare e a quanto pare i consumatori hanno già i portafogli pronti!
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