Colui che l’ha salvata si chiama Salvatore, Partenope era caduta nelle acque del lungomare a Napoli perché si era spaventata dei botti ed era scappata. “Dovremmo compiere di più questi gesti di solidarietà e aiutare sempre il prossimo, che si tratti di un essere umano o di un cane“, ha detto il ragazzo.
La storia di Partenope, il cane libero spaventato dai botti e salvato sul lungomare di Napoli mentre nuotava
Nella notte del 2 gennaio di quest’anno, Salvatore l’ha salvata sul Lungomare di Napoli. Partenope è una femmina e probabilmente si è smarrita.
“L’ho chiamata Partenope, ma ha un suo nome e una sua vita e presto tornerà libera come è sempre stata e accudita dai suoi umani di riferimento”.
Il giovane ha spiegato che lavorando di notte, ha visto succedere molte cose strane ma quando un passante gli ha detto che c’era un cane che nuotava in mare, “non potevo crederci. Una volta arrivato sul molo ho visto che la cagna era sfinita ma continuava a dirigersi verso il largo“.
L’acqua era gelida e se nessuno avesse fatto nulla, sarebbe morta. “Così senza pensarci l’ho chiamata con qualche fischio, allora si è girata verso di me e appena arrivata vicino alle barchette del porticciolo l’ho presa“.
Salvatore ha 28 anni e lavora come cameriere in un noto chalet sul lungomare partenopeo. Dopo aver recuperato la cagnolina, e rimasta a casa con lui. Una scelta fatta consciamente, non voleva portarla in canile perché è anziana e inizialmente pensava fosse cieca, poi ha notato che aveva le cataratte.
“Un cane anziano, per giunta nelle sue condizioni, non ha molte opportunità di uscire da questi posti una volta entrato, quindi l’ho portata a casa con me in attesa dell’adozione giusta”.
La storia di Partenope è diventata nota grazie anche al consigliere regionale della Campania Francesco Emilio Borelli che ha pubblicato sui suoi profili social il video del salvataggio ed ha lanciato un appello per ritrovare i suoi padroni. La cagnolina infatti indossava un collare antipulci, sicuramente qualcuno si stava prendendo cura di lei.
Ma alla fine si è scoperto che Partenope non ha dei padroni veri e propri, è un cane libero di quartiere e viene seguita dagli abitanti di Barra, un quartiere che si trova nella periferia est di Napoli. La notte del 31 dicembre è fuggita proprio a causa dei botti e per due giorni ha girovagato per la città confusa e spaesata. Talmente la paura per i forti rumori, si è gettata in acqua.
“Era molto spaventata e infreddolita – racconta ancora Salvatore – Io e i miei colleghi abbiamo passato la notte ad assisterla, per farle passare la paura ed evitare che andasse in ipotermia. È buonissima, subito si è fatta prendere e condurre, non ha mai mostrato segni di aggressività , al contrario si vede che ama il contatto con le persone”.
“Quando l’ho vista aveva già fatto un lungo tratto verso il largo, era in panico totale, non voglio pensare cosa sarebbe successo se non l’avessi notata”, sottolinea il ragazzo.
Ogni anno a San Silvestro, il rumore dei botti provoca la morte di più di 5 mila animali, domestici e selvatici secondo i dati del report WWF del 2019. Il rumore causa molti danni non solo alle persone ma anche ai nostri amici animali. La cagnolina del quartiere Barra, se non fosse stata salvata da questo coraggioso ragazzo, sarebbe morta e la sua vita si sarebbe aggiunta al bilancio degli animali che nel 2022 hanno trovato la morte a causa dei fuochi d’artificio.
Persino l’ordinanza in extremis del sindaco Gaetano Manfredi non ha fermato le numerose esplosioni a Napoli. Il ragazzo ha spiegato ancora:
“I cani hanno un udito molto più sensibile del nostro. Nella mia famiglia ci sono 4 cani e vedo bene le conseguenze che rumori tanto forti hanno su di loro”. Ma le conseguenze sono ancora più forti su un cane anziano come Partenope: “Affidandosi per abitudine più all’udito che alla vista, anche a causa delle cataratte, i botti avranno avuto un effetto particolarmente sconvolgente su di lei”.
Poi ha voluto lanciare due appelli. Il primo contro i botti che causano moltissimi danni e la fuga di tanti cani e gatti. Un fatto ancora più grave quando accade ad animali liberi, come abbiamo visto. Il secondo appello è invece diretto ai suoi coetanei: “Sono rimasto sorpreso del fatto che i passanti abbiano chiamato me da dentro lo chalet, piuttosto che recuperare il cane in prima persona. Dovremmo compiere di più questi gesti di solidarietà e aiutare sempre il prossimo, che si tratti di un essere umano o di un cane”.